L'occasione mancata di Sodenbergh
Il film di Tarkovskij ha comunque continuato a girare nei cinema d’essai, nelle scuole di cinematografia, nel circuito delle tv via cavo e nel mercato home video, come uno dei rari esempi di maestria del cinema di fantascienza dell’est europeo. Alla fine, dopo circa un trentennio, il meccanismo hollywoodiano che cerca nella riproposizione di progetti del passato un modo per costruirsi un futuro è arrivato anche a Solaris. Compito di riportare sul grande schermo i flussi ondosi dell’oceano vivente è toccato a Steven Sodenbergh, regista

Occorre subito dire che, per esplicita ammissione di Sodenbergh, il film non è la trasposizione del libro ma il remake della pellicola del 1972, e questa forse è la sua pecca principale: il regista non ha la voglia, il coraggio o forse solo la convenienza per misurarsi con il libro di Lem, e preferisce pertanto mediare il messaggio già mediato da Tarkovskij. Solo che queste sono spesso operazioni a perdere, e infatti Sodenbergh imposta il centro di gravità dell’intero film nella storia d’amore, tragica e romantica, tra Kelvin e Rheya, il nome “americano” del personaggio di Harey; tutti i temi più importanti del libro e del primo film - il problema della conoscenza, i limiti della ragione umana, il rapporto con la realtà soggettiva e il divino rappresentato da una forma di vita completamente aliena - rimangono vagamente sullo sfondo, a malapena sfiorati, e ciò ha provocato le serrate critiche dell’ancora lucidissimo Lem, pubblicate sul suo sito ufficiale.
La scelta di Sodenbergh, dettata probabilmente dal timore di allontanarsi troppo dalla sensibilità attuale del pubblico americano, ha di fatto limitato l’ambito d’azione di Solaris a una tragedia romantica, al rincorrersi nei labirinti della memoria di due amanti smarriti che nelle calde onde dell’oceano senziente trovano la strada per riunirsi per sempre. Un po’ poco forse, almeno in proporzione alle ambizioni dell’idea originale di Lem. Anche l’introduzione nella trama di alcuni elementi tipici del thriller (un secondo omicidio abbastanza fuori contesto) e del genere catastrofico aumentano la percezione di trovarsi di fronte a un film rimasto a

Insomma, complessivamente un buon film che non ha ottenuto il riscontro di pubblico che meritava. Ma nel contempo un’occasione mancata per rivisitare le tematiche del libro di Lem, ancora attualissime. Solaris è ancora lì, a sfidarci con i suoi misteri…
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