Un'altra moda di gran attualità al momento in cui scrivo è la catastrofe alimentare. Ora, c'è modo e modo di ritrovarsi in una catastrofe alimentare. Il vecchio modo, quello tradizionale, tanto caro ai nostri progenitori, è quello della carestia. La carestia. Uno dei personaggi principali della Bibbia, assieme alle locuste. Un'entità del tutto incomprensibile per un bambino moderno cresciuto a suon di spot di merendine e gite in supermercati senza fine. Una catastrofe del tutto fuori moda nell'immaginario del mondo moderno (quello ricco dove siamo noi). Siamo già e per sempre in un romanzo di fantascienza, quindi quando è tempo di una catastrofe alimentare, deve trattarsi di qualcosa di letterario e fantascientifico. Beh... non è infatti la sindrome della mucca pazza purissima science fiction? L'elemento tecnologico del fenomeno è evidente, e si tratta nientedimeno che del cosiddetto complesso di Frankenstein (così Isaac Asimov definì il plot proprio di così tanta letteratura di fantascienza dei frutti del progresso che si rivoltano contro chi li ha generati). L'epidemia tra le mucche è infatti una diretta conseguenza del fatto che le mucche che alleviamo per farci bistecche vengono nutrite - per risparmiare denaro - con le carcasse di altre mucche polverizzate, una doppia agghiacciante perversione poiché si costringe un animale erbivoro da milioni di anni a mangiare carne anziché erba, trasformandolo così in un carnivoro contro natura, per di più cannibale (come vi sentireste se vi dessero da mangiare vostro zio? - e sì che non siete erbivori!). Si tratta quindi di discreta science fiction con un pizzico di horror, che non guasta. Mancava l'elemento di mistero, ma per fortuna alla sindrome della mucca pazza è immediatamente seguita quella del maiale marcio, sì, insomma, l'epidemia di afta epizootica, che pone una serie di interrogativi non trascurabili: quale nesso c'è tra le due epidemie? Perché sono esplose in momenti così ravvicinati? Come mai entrambe in Inghilterra? Con tutti gli altri paesi che ci sono nel mondo! Quale sarà adesso la terza piaga prossima ventura, che colpirà ovviamente in Inghilterra anch'essa?

Non ci sono più dubbi. La realtà ha una trama, ed è una trama di fantascienza. Il romanzo della realtà si fa più avvincente giorno dopo giorno. Due giorni fa (tempo soggettivo di chi scrive) l'annuncio tutto italiano - immediatamente diffusosi in tutto il mondo - della prossima clonazione di un essere umano. Non pensavo che il mio Pensiero Stocastico di un paio di anni fa sui vantaggi della clonazione umana avrebbe provocato conseguenze tali. Almeno non così in fretta. E' infatti immaginabile che lo scienziato italiano in questione, il dottor Severino Antinoni, non abbia fatto ricerche su Internet sul tema della clonazione umana, trovando il mio articolo in merito? E' immaginabile che egli non sia rimasto influenzato da quanto abbia letto, soprattutto in considerazione delle sue successive decisioni? E' infine immaginabile che tutto ciò avvenga al di fuori di una romanzo di fantascienza?

La clonazione ci sarà, così come ci saranno altre epidemie surreali e bizzarrie al di là dell'immaginazione di qualsiasi scrittore in carne ed ossa, poiché ci troviamo finalmente nel romanzo che tutti avremmo sempre voluto leggere, ed alcuni di noi avrebbero voluto scrivere. Dio è uno scrittore di fantascienza, e lentamente si sta impratichendo del genere. E poiché è evidente una trama, dobbiamo attenderci un intreccio tra i fili delle varie vicende. E allora, come in un libro di Frederik Forsythe, un colpo di scena connetterà clonazione ed epidemie animali, in uno sviluppo elegante che darà di che mangiare a milioni di ambientalisti alla ricerca di battaglie da combattere per non lasciare vacante nel romanzo la parte dell'antagonista. Anziché nei tradizionali corpi degli animali da allevamento, la carne verrà infatti direttamente allevata in sterminate vasche di coltura. La carne non crescerà più addosso agli animali, un luogo inaffidabile ed inappropriato, antigienico, degno di un'umanità primitiva e barbarica, bensì in asettiche ed igienissime vasche di coltura. Ciò comporterà eventualmente l'estinzione di mucche, maiali e compagnia bella, destino ormai inevitabile per qualsiasi mammifero che negli ultimi milioni di anni non abbia imparato a rendersi più che utile ai biechi esseri umani. Mucche e maiali andranno quindi a raggiungere nell'oblio dell'estinzione gli elefanti, le tigri, i rinoceronti e tutti gli altri mammiferi non propriamente domestici che per quel tempo avranno già provveduto a togliere il disturbo dal mondo. Con la clonazione della carne e le culture in vasche, anche la strategia di farsi mangiare dagli uomini non sarà più sufficiente ad una specie per sopravvivere alla virulenta espansione dell'umanità. Gli animalisti allora troveranno dove possono una nuova ragione di essere e combatteranno una nuova lotta per i diritti sessuali della carne. Alla carne di coltura sarà infatti impedita per ovvi motivi la riproduzione sessuale, e ciò fornirà utili spunti di lotta e di polemica con chi saprà identificarsi con la carne.

Tutto ciò è solo l'inizio del romanzo di fantascienza che abbiamo cominciato a vivere. Dio è ancora uno scrittore giovane. Diamogli un po' di tempo per prendere dimestichezza, e poi ne vedremo delle belle! Fin dai primi capitoli risulta però evidente che Dio ha ben poco di Asimov. Giusto un po' di sense of wonder. Per il resto il Suo Spirito assomiglia più a quello di Ambrose Bierce, ha il gusto del paradosso al di là dello Sheckley più spinto, sa essere più feroce di Pohl e più crudele di Spinrad. Speriamo che non si riveli anche più matto di Dick.