La Smaterializzazione
Pur fedeli alle tradizioni, i maghi nel mondo di Harry Potter hanno inventato molti espedienti per viaggiare tra punti lontani nello spazio. Oltre alla scope volanti (di cui i più perditempo hanno studiato le proprietà antigravitazionali), la Rowling introduce nella saga la “smaterializzazione”: altro non è che una forma magica del buon vecchio teletrasporto di startrekkiana memoria. Una volta superato il difficile corso per ottenere la ‘patente’ (che si svolge nel penultimo anno di scuola, compiuti i 17 anni), ogni mago può rapidamente smaterializzarsi e ritornare il forma corporea qualche istante dopo in un punto lontanissimo nello spazio. Non mancano naturalmente tutti quei problemi che si riscontrano spesso con il teletrasporto, e che portano il tenente Barcley a rifuggirne dall’uso nelle puntate di Star Trek: The Next Generation. Infatti accade – come racconta Hermione – che alcuni maghi si ritrovino una gamba in un posto e un braccio in un altro, ed è necessario far intervenire le squadre del Ministero per riportare le cose a posto. Lo stesso Ron durante l’esame viene bocciato per un sopracciglio rimasto al punto di partenza. Esistono incantesimi che impediscono la smaterializzazione in un determinato posto, come nella Scuola di Hogwarts: qui infatti il pretesto è quello di impedire ai ragazzi di farne uso per scappare dalle lezioni più odiate, ma l’incantesimo si rivela utile per impedire ai Mangiamorte di fare irruzione nella scuola nel corso della guerra contro Voldemort. Tra gli altri interessanti mezzi di trasporto dei maghi va inoltre citata la “metropolvere”, sorta di metropolitana pubblica che permette ai maghi di raggiungere i luoghi più importanti del mondo della magia attraverso i camini (l’idea è molto simile a quella di un racconto di Isaac Asimov dove attraverso accessi pubblici si può raggiungere un qualsiasi luogo senza mai uscire all’aperto), e le “passaporte” che sono oggetti comuni toccando i quali è possibile smaterializzare chiunque – anche i giovani maghi privi di patente – previo consenso del Ministero.
Il Mantello dell’Invisibilità
Alla fantascienza di Wells, la Rowling non deve solo l’invenzione della Giratempo (del resto, i viaggi nel tempo sono ormai patrimonio comune della narrativa fantascientifica) ma anche quella del Mantello dell’Invisibilità, appartenuto al padre di Harry e che il ragazzo riceve dalle mani del presidente Silente nel primo romanzo della serie. Il mantello si rivela da subito utilissimo, in quanto viene usato numerose volte da Harry, Ron ed Hermione per intrufolarsi in luoghi vietati (come il reparto proibito della biblioteca di Hogwarts) o per andare a fare visita a Hagrid fuori dall’orario di uscita. L’importanza del Mantello si rivela poi fondamentale nel settimo ed ultimo episodio della saga. L’idea di poter diventare invisibile viene introdotta da Herbert G. Wells in un romanzo pubblicato nel 1895, L’uomo invisibile: attraverso un procedimento chimico, il protagonista ottiene la possibilità di non essere visibile da alcuno ma – a differenza di quanto avviene con Harry – non riesce più a tornare normale. Il mantello dell’invisibilità inventato dalla Rowling ha da subito stimolato la fantasia di eccentrici scienziati, che ne hanno studiato la realizzabilità pratica. Un fisico inglese ha scoperto ad esempio la possibilità di creare un “meta-materiale” capace di piegare la luce intorno ad esso e facendo in modo che l’oggetto attraversato dalla luce risulti in tal modo invisibile. Qualcosa del genere è alla base del funzionamento dei fantascientifici “dispositivi di occultamento”, anch’essi lanciati in Star Trek: attraverso tali dispositivi, è possibile per le astronavi da guerra diventare invisibili non solo agli occhi di osservatori, ma anche di qualsiasi tipo di sensore, nascondendo così quasi ogni traccia di esistenza; cosa, questa, che però non riesce in Harry Potter dove il mantello dell’invisibilità non impedisce a chi lo usa di occultare le classiche impronte lasciate sulla neve. Probabilmente di questo problema non soffre il professor Silente, che rivela ad Harry la capacità di alcuni maghi estremamente potenti (in pratica, lui stesso) di diventare invisibili senza l’ausilio di nessuno strumento magico.
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