Due colleghi di lavoro, Marco Melloni e Minever Morin, hanno scritto il romanzo Esperia con un sottotitolo indicativo del contenuto: “E’ la città il corpo del reato”.
Ecco una brevissima scheda dei due autori entrambi poliziotti.
Minever Morin è giornalista e scrittrice di romanzi e di libri per l’infanzia nonchè autrice teatrale, ma fatto interessante è stata una delle prime donne in Italia ad entrare nella polizia nel lontano 1986. Con il suo collega ha scritto e pubblicato nel 2000 il romanzo Occhi di sorcio. Alcune sue opere teatrali e di narrativa sono state tradotte in francese.
Marco Melloni, come detto anche lui poliziotto, è nato a Ferrara nel 1962. Questo romanzo è il secondo che scrive in collaborazione con la collega.
Un romanzo che riprende, con alcune interessanti varianti, un tema già sfruttato nel passato a partire dal famoso 1984 di George Orwell, oppure il romanzo Questo giorno perfetto di Ira Levin, e ancora La fuga di Logan di William F. Logan per citare solo alcuni esempi dove il governo di una nazione o di una città prevarica completamente il cittadino che non ha più alcun diritto e dove chi non obbedisce viene immediatamente e pesantemente punito.
Un romanzo che sicuramente farà riflettere il lettore al pensiero dei tanti occhi elettronici che già lo sorvegliano, delle intercettazioni telefoniche che inconsapevolmente subisce, dei tanti archivi che contengono il suo nome, i suoi gusti, le sue preferenze ecc., per non parlare delle intrusioni nel proprio personal computer.
La quarta di copertina: La città di Esperia è un perfetto esempio di modello sociale basato sul controllo assoluto dei cittadini. Il dissenso, in qualunque forma si esprima, è destinato a soccombere per mano di una legge che reprime qualsiasi forma di ribellione, e la corruzione è così intimamente connessa al tessuto sociale da costituire l’unica regola possibile di comportamento. È qui che Nemo, un investigatore che lavora nell’ufficio più riservato della Polizia, si occupa di proteggere il sistema da qualsiasi scossone. I casi più delicati gli vengono consegnati in una busta gialla contrassegnata dal numero di codice 456. Il suo nuovo collega, Theo, quando crede di avere scoperto un traffico illecito che coinvolge esponenti pubblici di alto rango diventa oggetto di minacce e soprusi che lo conducono al suicidio. È allora che Nemo viene incaricato di un nuovo codice 456, ma si vede anche recapitare il diario di Theo. Lì il poliziotto racconta del precedente collega Bruno, del suo carattere taciturno e della confessione che gli fa: è omosessuale, condizione assolutamente inammissibile a Esperia. Poco alla volta la confidenza si trasforma in affetto e il rapporto che unisce i due uomini diventa più profondo. La parte più interessante arriva però nelle ultime pagine, quando Theo svela di avere escogitato un piano capace di violare l’invulnerabilità di Esperia, e che in caso di sua morte sarà Bruno a doverlo portare a compimento...
Esperia di Marco Melloni e Minever Morin (2007), Robin Edizioni, collana I libri da scoprire, pag. 140, euro 10,00.
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