La spintronica potrebbe rappresentare la prossima frontiera dell’elettronica, almeno in attesa di scoprire l’effettiva praticabilità della via quantistica. La sua prerogativa è di fare uso non solo della carica elettrica degli elettroni, come avviene nell’elettronica convenzionale, ma di sfruttarne anche il momento angolare intrinseco, il cosiddetto spin ovvero, intuitivamente, il senso di rotazione, orario o antiorario, degli elettroni sul proprio asse. Se la spintronica ha già ricevuto le sue prime applicazioni commerciali (fin dal 1998 le testine di lettura degli hard-disk usano un effetto spintronico, la magnetoresistenza gigante, per rilevare sulla superficie dei dischi i domini magnetici che rappresentano i bit dei dati archiviati), nei prossimi anni potremmo cominciare ad apprezzarne le potenzialità in misura sempre maggiore. A partire dalle cosiddette MRAM, acronimo di memoria ad accesso casuale a magnetoresistenza, che come i dischi rigidi memorizza l’informazione sfruttando la magnetizzazione del supporto. Queste memorie non volatili potrebbero presto portare a computer in grado di riavviarsi in una frazione di secondo, come i palmari, senza bisogno di caricare i programmi dal disco a ogni nuova accensione perché tutti i programmi e i dati necessari si trovano già pronti e inattesa nel chip. I processori spintronici, quindi, a differenza di quelli odierni che possono solo elaborare dati, potranno anche svolgere funzioni di memorizzazione. E sarà solo un altro passo verso tecnologie sempre più avanzate, che potrebbero portare a chip con circuiti logici che si potranno riconfigurare al volo.
Per capire meglio come si comporta lo spin, ricorriamo all’analogia


Stiamo ancora muovendo i primi passi, ma come dimostrano la varietà di studi e le ricerche specifiche condotte in questo campo dagli scienziati del Center for Spintronics and Quantum Computation dell’Università della California di Santa Barbara, tra cui David D. Awschalom, Ryan Epstein e Ronald Hanson, lasciano ben sperare per il futuro. Prima di quanto ci aspettiamo potremmo così ritrovarci nell’era del diamante della computazione. Quando i computer saranno per sempre…
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