"L'uomo con la faccia da giappo strisciò contro il sedile della sua auto tedesca. Particolari in zinco, finiture in pelle, coprisedili di poliestere sudato."
Comincia così questo nuovo romanzo cyberpunk italiano, un libro dal ritmo serrato e coinvolgente ambientato in una Milano ormai soffocata dalla criminalità. Alta tecnologia, miseria e disperazione si fondono in un pout-pourri multirazziale dove la differenza è un ottimo motivo per uccidere.
Ed è proprio l'uccisione di un misterioso corriere giapponese che innesca una gigantesca caccia al tesoro, una caccia all'uomo all'ultimo sangue che coinvolge la polizia, i signori della mafia ed un manipolo di gente normale che vi si trova invischiata quasi senza accorgersene. Cosa contiene la valigetta rubata al giapponese? Cosa puo' essere così prezioso da scatenare un bounty killer solitario contro tre agenti della polizia che non sanno nemmeno cosa gli è capitato tra le mani?
La Milano del romanzo è la figlia degenere della Milano di oggi: invisibili e mortali linee di confine marcano la suddivisione dei quartieri tra gli Hez (ex-immigrati nordafricani), barricati nel Jenner, i Catto (gli oltranzisti cattolici che ti convertono a manganellate) e la gente normale. Piazza del Duomo è diventata il centro nevralgico di tutte le attività lecite e illecite, la Stazione Centrale è il quartier generale del temutissimo Jelloun, fantomatico capo degli Hez che tutti conoscono ma che nessuno ha mai visto. E in città, mescolati alla gente, si aggirano gli RV-killers, automi umani il cui cervello è stato riprogrammato per uccidere rendendoli delle vere e proprie bombe ad orologeria ambulanti.
E' in questo sipario hard-boiled che si muovono i protagonisti. Bruno, ex poliziotto perseguitato da un ricordo terribile che non lo lascia vivere; Laura, unico raggio di luce in tutta la storia, che crede in Bruno senza sapere niente di lui, il Boccia, ragazzino senza nome figlio delle discariche a cielo aperto; Darryl l'ayyarun, il vagabondo, assassino per vocazione; Lennox, programmatrice RV ormai fuori dal giro.
L'inquadratura si sposta rapidamente da un personaggio all'altro con ritmo cinematografico, intercalando scene d'azione reale a momenti di pausa, nei quali il Boccia rivive le emozioni registrate su CD-ROM del corriere giapponese, dal momento della sua partenza al momento della sua morte, facendoci conoscere in prima persona questo personaggio marginale solo in apparenza. Tra inseguimenti e colpi di scena, tra vendette e morte, la verità viene fuori piano piano, come dalla nebbia milanese, e si compie nel finale in grande stile.
Bisogna dire che purtroppo la rivelazione finale lascia un po' l'amaro in bocca: dopo aver letto una storia cosi' vera nella sua italianità, ci si sarebbe aspettati una conclusione più originale.
La rivelazione conclusiva, che ci costringe a rileggere in chiave diversa tutta la storia, è infatti qualcosa di ben noto alla letteratura e al cinema di fantascienza, anche se è presentato in modo inedito e accattivante.
Globalmente comunque Milano 2019: linea di confine resta un bel romanzo, che cattura l'attenzione del lettore già dalle prime pagine e che, una volta finito, tarda a farsi dimenticare. Credo che, dopo aver letto questo libro, i lettori milanesi non guarderanno più i cartelli stradali di Via Jenner con gli stessi occhi.
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