"Zoichi Kanoe viene inviato dalle Industrie Pesanti dell'Estremo Oriente sull'isola artificiale 9J0 per una cruciale missione di salvataggio...ma non è il solo ad avere questo incarico..."
In un futuro appena antecedente rispetto alla sua opera di maggior successo, BLAME!, Tsutomu Nihei ambienta il secondo prequel a questa: dopo NOiSE (il primo) ecco Biomega, una concitata corsa contro il tempo per trovare e mettere in salvo i pochi esseri umani che non hanno ricevuto mutazioni terribili dal virus N5S. Zouichi Kanoe, un essere umano artificiale al servizio delle Industrie Pesanti dell’Estremo Oriente, è sulle tracce di Ion Green: l'unica sopravvissuta all’infezione senza alterazioni apparenti sull’isola designata con la sigla 9J0. Zouichi, con l’unico ausilio della sua AI di appoggio (Fuyu Kanoe), deve assolutamente trovare la ragazza prima che la catturino gli spietati agenti del Sistema di Sanità Pubblica, alleati apparentemente alla misteriosa DRF (Data Recovery Foundation). Una trama semplice in apparenza ma che già dal primo dei due volumi in programma dipanerà una serie di complotti ed intrighi volti a spiegare la presenza della struttura tecnorganica che avvolge come un sudario l’ambientazione di BLAME!.
Nihei riesce costruire un contesto surreale amalgamando in modo esemplare atmosfere goticheggianti e fantascientifiche mentre amplia durante il percorso la prospettiva degli avvenimenti: quella che sembra la missione solitaria di un esperto operativo diventerà uno dei tasselli principali in una guerra senza esclusione di colpi con l’obiettivo di riplasmare completamente il concetto di umanità. Il lettore si trova catapultato in una scenografia in cui inquadrature claustrofobiche si alternano a frammenti di pura azione in stile manga, in cui da immensi spazi aperti emergono agglomerati tecnologici che sembrano uscire da un futuristico incubo romantico ed in cui risalta la maggiore differenza fra Biomega e BLAME!: il ritmo narrativo. L’enfasi, a differenza di quanto accade in BLAME!, si trova sulla rapidità degli eventi, sulla velocità come elemento cruciale dell’attacco di Zoichi all’isola con il risultato di rendere più scorrevole l’intreccio eliminando al contempo le stranianti sequenze, spesso stucchevoli, tipiche della serie principale. Anche qui, come in BLAME!, si avverte l’impressione di essere lasciati dall’autore con pochi elementi della storia da ricostruire lentamente in un unico disegno ma una maggiore presenza di dialoghi, resi necessari dal diverso taglio espressivo, aiutano decisamente nella comprensione di quanto sta accadendo.
Non sarà forse subito evidente il motivo per cui la piccola Ion sia protetta da un orso parlante armato di fucile d'assalto ma almeno ci si potranno godere i veloci scambi di opinioni fra la coppia artificiale Zoichi e Fuyu Kanoe.
I disegni, sempre di Nihei, rimangono rigorosamente in bianco e nero nello stile raffinato che già da tempo ha affascinato il suo pubblico: volumi scurissimi dettagliati da minimi ma accurati particolari, tavole silenziose con rapidissimi movimenti simili a fotogrammi di una concitata sequenza cinematografica ed ampie panoramiche essenziali intervallate da incubi urbani post-cyberpunk. In definitiva un buon fumetto che non sfigura assolutamente confrontato con la famosa serie originale e che potrebbe solleticare i gusti anche di chi è abituato ad un immaginario visivo e narrativo più occidentale.
www.paninicomics.it/Titolo.jsp?IdTitolo=6980
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