Sulla possibilità che sulla Terra resti un solo uomo (o donna) sono stati scritti molti romanzi che prendono in esame le varie cause: guerra atomica o chimica, azione esterna proveniente dallo spazio ecc. con l’eventualità che il superstite sia rimasto proprio solo oppure, magari, sia l’ultimo uomo ancora fecondo. Insomma molti romanzi e molte varianti.
Ora arriva anche il romanzo di Thomas Glavinic dal titolo Le invenzioni della notte che inoltre inaugura (è il numero 2) una nuova collana in casa Longanesi: la Biblioteca di Narratori.
L’autore è nato a Vienna nel 1972, ha esordito come scrittore pubblicando un romanzo a soli ventisei anni. A questo hanno fatto seguito altri tre romanzi fra cui Kameramorder un thriller satirico con il quale ha vinto il premio Glauser.
Il presente romanzo pubblicato nel 2006 ha avuto un eccezionale consenso di critica e un vasto successo di pubblico.
Come abbiamo già detto lo spunto narrativo è un vero e proprio archetipo della fantascienza e descrive molto bene lo sconcerto e poi la paura del protagonista, un giovane viennese: Jonas che un mattino affronta la giornata con le solite azioni. Come sempre si prepara il caffè, invia un sms alla sua fidanzata e poi esce di casa per prendere l’autobus e recarsi al lavoro.
Ma qualcosa, (anzi,molte cose) non è più “come sempre”. Non c’è alcun traffico, non ci sono persone in giro, l’autobus non arriva. Il mondo che lui conosceva non c’è più. Semplicemente.
L’autore descrive molto bene questa situazione e le angosce sempre maggiori che attanagliano il protagonista, arrivando a un vero terrore: quello di essere totalmente solo.
Il lettore seguirà il girovagare di Jonas per la città, i suoi tentativi di contattare qualsiasi persona o cosa, cercare un suono, una voce un segnale di vita che purtroppo per lui non c’è più.
La quarta di copertina: Potrebbe essere una giornata come tante quella che Jonas, giovane viennese, ha davanti al proprio risveglio. Ma dopo il solito caffè, scopre che la televisione non funziona, internet non va, il giornale non gli è stato consegnato e il telefono della sua fidanzata suona a vuoto. Perplesso, esce per andare al lavoro, e scopre una città deserta: uomini e animali sono scomparsi, volatilizzati nella notte, lasciando ogni cosa intatta. Rimasto solo con gli oggetti, con il silenzio e con il tempo, Jonas si dà a una disperata quanto inutile ricerca di un indizio sulle ragioni di un simile stato di cose, e sul filo di una suspense che cresce a ogni pagina è costretto a porsi domande angoscianti: che cos’è un uomo, quando è privato degli altri? Che cosa rimane di lui oltre alla paura, all’impotenza davanti a un semplice mal di denti e a un paio di ricordi che non può raccontare a nessuno?
A poco a poco, il terrore di essere solo si trasforma nella paranoia di non esserlo, gli oggetti sembrano mutare in rettili freddi che lo osservano immobili, in una minaccia che percorre le pagine con una violenza sottile, mai sopita. Finché i sogni travalicano la realtà, si mescolano ai ricordi, e Jonas comincia a dubitare della propria mente, risucchiato in un vortice di delirio...
Un romanzo fortemente visionario che è insieme racconto di straordinaria tensione e allarmante allegoria della realtà contemporanea.
Le invenzioni della notte di Thomas Glavinic (Die Arbeit der Nacht, 2006), traduzione di Riccardo Cravero, Longanesi & C., collana Biblioteca di narratori 2, pag. 376, euro 16,60.
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