James Bond torna in una storia che continua il percorso virtuoso iniziato dai film di 007 con l'arrivo di Pierce Brosnan. Innanzitutto, perché niente risulta scontato sin dall'inizio e poi perché finalmente oltre al personaggio principale troviamo una serie di attori in grado di tenergli il confronto. A partire dallo straordinario Robert Carlyle, in grado di dare vita a un personaggio diabolico e contemporaneamente dalle grandi suggestioni tragiche. Per non parlare delle donne come Sophie Marceau o la conturbante Denise Richards, in grado di cancellare Maria Grazia Cucinotta dallo schermo, facendoci dimenticare la sua partecipazione semplicemente ridicola al film.

Del resto la Cucinotta muore prima dei titoli di testa, autorizzandoci a pensare che se non si fosse fatta fuori da sola ci avrebbe pensato proprio il pubblico a eliminarla. I bondologi poi soffriranno in particolare la scena ­ ancora più densa di emozione visto che è morto solo pochi giorni fa ­ in cui Q dà addio alla serie di cui fino adesso era stato l'unico a partecipare a tutti i film. Scena agrodolce rischiarata, però, dall'arrivo scoppiettante di John Cleese a sostituirlo. Un buon film questo Il mondo non basta che segna il cammino di Bond nel prossimo millennio. Pellicola divertente e convincente in cui Brosnan è pienamente a suo agio nei panni di Bond, rendendolo in maniera adeguata all'arrivo del nuovo secolo. Continuando inoltre a tentare di raccontare il personaggio di 007 in maniera più dark e quindi più vicina alle origini dei romanzi di Fleming. Anche se non beve troppo e non fuma mai, il James Bond di Brosnan non è eccessivamente 'politicamente corretto'. Ama, uccide e combatte come sempre per la regina e l'Inghilterra, ma anche per la pioggia di miliardi che arriverà nei botteghini di tutto il mondo.