Non essendo chiaro come possa una società così sviluppata avere problemi di scarsità di risorse, la crisi che la attanaglia non può che avere una ragione mistica. I tumulti nascono, come per la rivoluzione americana, da problemi connessi alla tassazione. Ma che basi ha l’ingordigia dei mercanti? Lucas taglia corto servendosi di mezzi lombrosiani: mercanti e banchieri hanno volti ripugnanti. Scopriremo poi che questi disordini sono creati ad arte dai Sith per giungere al potere. Ma il problema rimane: se ha potuto fomentare disordini separatisti è perché ve n’erano le condizioni, solo che non ci sono descritte. Perché alcuni pianeti vogliono secedere? Non li preoccupano certo i senatori, che come i deputati statunitensi di oggi sono a libro paga di chi ne finanzia la rielezione. Sia come sia, a questa minaccia il senato risponde con la mobilitazione militare; oltre che corrotta, la repubblica non garantisce dunque nemmeno il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Insomma, si tratta di un mondo decadente, così marcio che basterà un soffio per farlo crollare come un castello di carte.
Hitler e Augusto
Al di là delle astronavi e dei mostri coreografici, gli episodi storici tenuti presente per descrivere lo svolgersi degli eventi sono la repubblica di Weimar e la crisi della repubblica romana, come riconobbe lo stesso Lucas. La repubblica di Weimar è richiamata nelle forze sociali che ne decretano il rovesciamento (le gilde commerciali, i banchieri, gli industriali), tutti uniti attorno all’uomo forte, di cui si servono come fece la grande industria tedesca con Hitler, salvo poi finirne subordinata. L’impero ha connotati chiaramente nazisti, dalle divise degli ufficiali alla purezza genetica degli aderenti, alla ferocia del capo assoluto. Come per il nazismo, la forza d’urto con cui la dittatura prende il potere (le SA, qui l’esercito dei droidi), viene distrutta non appena il potere è consolidato per lasciare spazio a elementi più fidati (le SS, qui l’esercito dei cloni). Come per la vittoria dei regimi fascisti in tutto il mondo, lo Stato democratico cova il germe autoritario e gran parte del personale politico-militare che aveva servito la democrazia si schiera velocemente con il nuovo regime.La fine della repubblica romana è richiamata principalmente nelle forme con cui entra in crisi l’istituzione repubblicana: l’uso dell’esercito per dirimere questioni politiche. Quando la parola passa ai generali, i politici vengono fagocitati. Questo è quanto accadde ai democratici di Roma (da Mario a Cesare) che, per aver usato l’esercito contro Silla, Pompeo e gli altri aristocratici, aiutarono la fine della repubblica. Ne La vendetta dei Sith, il ricorso sempre più aperto all’uso della forza in politica è reso mirabilmente nella scena in cui Yoda e l’imperatore si combattono nella sala del senato. Uccidere il capo della repubblica per salvare la repubblica è una prova schiacciante dell’agonia in cui versa l’istituzione: cosa sarebbe successo se i Jedi fossero riusciti a destituire Palpatine? Yoda sarebbe diventato imperatore? Avrebbero eletto un cancelliere loro ostaggio? Non si possono resuscitare i cadaveri, nemmeno in politica. Morto Cesare venne Ottaviano. Infatti, lasciando perdere l’assenza di spiegazioni sulle ragioni materiali della crisi, il suo dipanarsi viene descritto in stretta analogia con la nascita del principato di Augusto: il capo della repubblica diviene il primo imperatore tra applausi scroscianti degli stessi senatori. Una volta formato, l’impero convive per un certo periodo con le precedenti istituzioni politiche (si parla di un senato imperiale) finché la potenza militare, incarnata dalla Morte Nera, permette all’imperatore di eliminare i residui orpelli repubblicani. Non è chiaro quanto questo cambiamento politico e morale incida sulla vita delle persone e nemmeno sul tessuto produttivo della galassia se si esclude un maggior controllo statale, come sempre avviene per le economie di guerra, soprattutto fasciste. L’impero è “malvagio” e compie atti odiosi, ma perché la popolazione dovrebbe schierarsi con i ribelli, o terroristi, come verrebbero definiti dopo l’11 settembre, avanzi della vecchia corrotta classe politica? Lucas spinge lo spettatore a stare con i ribelli perché Luke “può ridare la libertà alla galassia”, ma questo implica un giudizio positivo sulla repubblica che ci viene invece rappresentata come un pozzo senza fondo di corruzione e squallore. Forse si parla della libertà dei Jedi di spadroneggiare o dei mercanti di schiacciare chi non si inchina al loro potere? Non a caso la storia finisce quando muore l’imperatore (non già l’impero, che è militarmente molto più forte della resistenza); i ribelli festeggiano felici, ma che succederà dopo? Si eleggerà un nuovo senato corrotto e futile a cui l’unico Jedi rimasto, Luke, farà da padrino? Luke stesso diverrà imperatore? La realtà è che lo stato maggiore dei ribelli non appare pronto a ereditare l’immane compito di amministrare la galassia ricostituendo la repubblica: l’unico esito possibile sembra l’anarchia, una conclusione certo non gradita a Lucas.
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