Con il titolo L’atlantide si completa la ristampa, a quasi cinquanta anni dalla prima edizione italiana, del romanzo La rivolta di Atlante, grande capolavoro scritto nel 1957 da Ayn Rand.
L’autrice ha avuto una vita travagliata, conoscendo sulla sua persona i rivolgimenti dovuti alla presa di potere del regime sovietico.
Nasce infatti nel 1905 a San Pietroburgo, la sua è una agiata famiglia ebrea. E’ la maggiore di tre sorelle e il suo vero nome è Alissa Zinovievna Rosenbaum. Dimostra sin da piccola grande interesse per la letteratura e il cinema e già prima dei dieci anni prende a scrivere romanzi e sceneggiature. I suoi autori preferiti erano Sir Walter Scott, Victor Hugo e Alexandre Dumas.
La sua famiglia subisce confische e viene ridotta in miseria e nel 1925 riesce a fuggire negli Stati Uniti ben decisa a non rientrare più in patria. Ad Hollywood lavora come sceneggiatrice e nel contempo scrive racconti e romanzi (Antifona; Noi vivi; La fonte meravigliosa).
Scrive La rivolta di Atlante nel 1957. E’ il suo capolavoro nel quale narra dell’inarrestabile declino di una America sempre più collettivistica e della rivolta di un gruppo di uomini e di donne di ingegno che rifiutano di mettere le loro notevoli capacità al servizio del socialismo e uniti gettano le basi di una nuova società ancorata a quei valori del capitalismo che il loro paese sta rinnegando.
I due precedenti titoli, editi sempre da Corbaccio, sono: Il tema e L’uomo che apparteneva alla terra.
La quarta di copertina: L’uomo ha un dovere al quale non può sottrarsi: sfruttare al massimo il suo potenziale, guidano seguendo la propria ragione perseguendo il bene dell’umanità tutta. E in una società massificata, che ostacola la piena esplicazione delle menti indipendenti, e in cui l’economia è dominata dal mito del collettivismo e da sprovvedute scelte governative che limitano la libertà individuale, l’unico modo per reagire è organizzarsi, fare propaganda, ribellarsi a una politica pubblica dirigista il cui risultato è inesorabilmente sotto gli occhi di tutti: la devastante distruzione della nazione e delle sue ricchezze. Per questo Francisco, Ragnar e John hanno messo in atto lo sciopero dei cervelli e hanno riunito gli industriali innovatori, i reali produttori del benessere nazionale, nel Galt’s Gulch, l’oasi in cui poter sperimentare in totale libertà nuove soluzioni alla decadenza generale.
Ultimo della trilogia, in L’Atlantide i tentativi della mediocre classe dirigente di portare in extremis dalla sua parte i promotori della futura rinascita, avranno solo un esito finale, quello di rinsaldare la determinazione dell’eroe randiano che, sempre fedele agli impegni presi, è il protagonista di un’estrema avventura in cui si destreggia abilmente tra torture, catture, tentativi di corruzione, passioni e amori. Da una New York avvolta nelle tenebre, con i treni bloccati e senza più erogazione di energia elettrica, i guizzi della inestinguibile fiamma del petrolio fanno presagire che la ragione e la libertà non saranno mai sconfitte e che saranno sempre in grado di ricostruire il mondo.
La rivolta di Atlante – L’Atlantide di Ayn Rand (Atlas Shrugged. Third Part: A is A, 1957), Traduzione di Laura Grimaldi, Casa Editrice Corbaccio, collana Romance, pag. 515, euro 18,60.
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