E' davvero difficile che il cinema ci regali dei finali a sorpresa. Spesso possiamo considerare sorprendente un epilogo solo, perché si sviluppa negli ultimi cinque minuti. Ne Il Sesto Senso, invece, il finale è totalmente inaspettato, anche se ­ ahimé ­ non regge proprio un'analisi accurata dal punto di vista della storia. Quindi, un finale a sorpresa che regga non può essere solo una finzione cinematografica, come nel caso di questo film deludente i cui incassi stratosferici ci sembrano del tutto ingiustificati. In ogni caso se il giudizio su un film si basasse solo sulla semplice analisi della sua struttura, si potrebbe arrivare a dire che Il Sesto Senso è un vero e proprio capolavoro. Il suo finale lo rende, infatti, una pellicola assolutamente originale nel panorama del cinema horror di questi ultimi anni. A parte il colpo di scena, però, e dimenticate anche alcune notevoli incongruenze di natura strettamente cinematografica, questo film con protagonista un non troppo convinto Bruce Willis, è noioso e poco credibile. E l'aspetto drammatico della questione sta nel fatto che se uscite dalla sala prima della fine non capirete mai il significato e il valore minimo di questa pellicola. Mentre bravissimo è il bambino Haley Joe Osment, Willis ­ forse non a suo agio a recitare in coppia con degli under 13 ­ ci sembra eccessivamente granitico e non calato nella parte. Uno stile vicino a quello del cinema indipendente tiene abbastanza alta nel seguire le azioni improvvise dei fantasmi che popolano la vita di un bambino, che lo psicologo Willis dovrebbe cercare di aiutare. Un film riuscito solo dal punto di vista strutturale, perché bisogna dimenticare a tutti i costi i molti dubbi sollevati da un colpo di teatro credibile solo a patto di non farsi troppe domande. Il Sesto Senso è una pellicola costruita male su un'idea geniale, in cui tutto viene disposto ad arte per condurre gli spettatori a cadere nel tranello di un complesso gioco di specchietti per le allodole. Con la paura che nasce ­ come per le pellicole veramente spaventose come Poltergeist, Shining e L'esorcista ­ dal confronto di persone ordinarie con eventi straordinari e improvvisi. Inspiegabili come i fantasmi che attraversano le nostre esistenze senza che noi ce ne accorgiamo e che possono venire percepiti solo da coloro che hanno Il Sesto Senso. Un gioco difficile da portare avanti per tutto un film e che richiede un'intelligenza autoriale e un'esperienza superiore a quella di un autore praticamente esordiente come il giovane M. Night Shyalaman.