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The Fifth Element
Ventitreesimo secolo, New York. Una porta che si apre ogni cinquemila anni sta per mettere in contatto due dimensioni. In una c'è la vita (quel famoso elemento, quinto rispetto ai quattro della cultura filosofica greca: aria, acqua, terra e fuoco), nell'altra la morte. C'è un eroe che può salvare il mondo e questo eroe è Bruce Willis.
Il film diretto da Luc Besson (Nikita, Leòn) è costato novanta milioni di dollari e - solo nelle prime settimane di programmazione negli USA - ha incassato circa il doppio.
Delos ha intervistato il regista e il protagonista del film.
L'ombra di Spawn
Il Tenente Colonnello Al Simmons muore durante una missione in Botswana, lasciando l'adorata moglie Wanda. Al momento della morte, Al stringe un patto col Diavolo al fine di rivedere almeno una volta la moglie. In cambio, il soldato offre la propria anima. Cinque anni dopo, Al Simmons ritorna sulla Terra. Ma tutto è cambiato. Wanda si è felicemente risposata con il miglior amico di Al ed ha una bellissima bambina di nome Cyan. Anche Al è cambiato. Ha perso a sua insaputa ogni sembianza umana ed è divenuto un Hellspawn, un generale del futuro esercito del Diavolo nella guerra dell'Armageddon. Questa, a grandi linee, la trama del popolare fumetto fantahorror americano Spawn, creato, scritto e disegnato dalla superstar canadese Todd McFarlane.
LeggiSalma Hayek: intervista con la vampira
Salma Hayek, da vicino non ha nulla o quasi della statuaria vampirona che seduce Quentin Tarantino con una danza di morte in Dal tramonto all'alba. Simpaticissima, minuta, molto carina, con un fisico da modella, ma non certo scultoreo, Salma Hayek è stata in Messico una diva delle soap operas più famosa di Veronica Castro. Qualche anno fa ha deciso di andare oltre il confine e di stabilirsi a Los Angeles dove ha iniziato a lavorare con Robert Rodriguez prima in Desperado, poi in Dal tramonto all'alba, film che le ha dato una notorietà mondiale nonostante compaia sullo schermo per soli sei minuti, ma che minuti!
LeggiThe Prisoner - Il Prigioniero
Un uomo guida una macchina sportiva (una Lotus 7) per il centro di Londra. La scena cambia: ora egli è in un corridoio poco illuminato; l'espressione è tesa ed aggressiva. In pochi istanti irrompe in un ufficio dove, dopo un violento alterco con quello che sembra essere un funzionario, consegna una lettera di dimissioni e se ne va. Nuovamente in auto, questa volta l'uomo si dirige verso casa; in parallelo, assistiamo alla distruzione del suo dossier da parte dell'organizzazione per cui lavorava.
Ora l'uomo è nel suo alloggio, dove prepara in fretta le valigie; è chiara la sua intenzione di abbandonare tutto, forse per sempre. Non si accorge però di essere stato pedinato: qualcuno immette nella serratura della porta un gas narcotizzante, che tramortisce quasi istantaneamente il protagonista.
Al risveglio, l'uomo si trova ancora nel medesimo appartamento, solo l'esterno è cambiato. Londra è scomparsa, al suo posto un villaggio.
Un po' di tutto ovvero di fantascienza ogni tanto guasta o invece no
Intervista con Joe Haldeman
Dalla fantascienza "militare" del premio Hugo "Guerra Eterna" alle raccolte di poesie: Joe Haldeman è fra gli autori più interessanti e versatili degli ultimi decenni, apprezzato anche in Italia anche se le sue opere migliori da noi non sono arrivate.
LeggiUn po' di nulla ovvero di UFO ogni tanto non guasta o invece sì
Scacco doppio
Racconto di Lino Aldani
Lino Aldani, da molti, è considerato il padre della fantascienza italiana, eppure io, che indubbiamente sotto molti aspetti sono un suo "figlio" narrativo (nel senso che ho potuto beneficiare dei suoi preziosissimi consigli per aggiungere pepe e sale al mio modo di scrivere), credo che Lino non sia affatto uno scrittore di fantascienza. No, non voglio ricominciare con quelle sterili discussioni sul fatto che "Quando le radici" (il più bel romanzo di Aldani) o "Visita al padre" (il suo più bel racconto), secondo alcuni sono di fs mentre secondo altri no; voglio solo fare notare che quando le storie di Lino parlavano della nostra terra, con personaggi estremamente vicini a noi, al nostro presente umano e sociale (come nel romanzo e nel racconto citati prima), sono riuscite a intaccare la sensibilità del lettore, a trascinarlo in un universo evocativo di grande scrittura, a dargli insomma tutto quello che giustifica l'appellativo di scrittore. Lo stesso, a mio avviso, non è avvenuto quando Aldani si è cimentato in prove più specificatamente fantascientifiche. Alcuni dei suoi più applauditi racconti sono in realtà abbastanza approssimativi e mediocri, come se Lino fosse stato costretto a distrarre la sua ispirazione umanistica verso questi percorsi della narrativa di genere, che in definitiva non gli erano poi molto congeniali. Non mi riferisco solo a "Buonanotte Sofia", a "Trentasette centigradi" o ai piu' recenti "In attesa del cargo" e "Mochuelo", ma in generale a tutta la produzione di Lino che ha contribuito a classificarlo come uno scrittore di fs. Ebbene, se non fosse stata per questa "etichetta", Aldani avrebbe potuto conquistarsi uno spazio di rilievo come scrittore mainstream, producendo opere del livello di "Quando le radici" senza essere costretto a inventarsi mezzucci di second'ordine per farle apparire come appartenenti all'universo fantascienza. Potrebbe sembrare un paradosso, ma non lo è. Aldani ha sempre cercato di appiccicare un'etichetta fantascientifica alle sue opere, anche quando non lo erano affatto o potevano farne a meno (forse perché credeva di non avere alcuna speranza nell'acido mondo del mainstream, e che fosse più semplice affermarsi nello scantinato della narrativa di genere), e quando ha scritto fs pura, non so sotto quali stimoli, ha dato il peggio di sé, perché accade spesso che uno scrittore, quando deve sottostare a imposizioni di carattere "tecnico", anziche' "creativo", non riesca a dare il meglio. Anche se i racconti che seguono ci dimostrano che Lino era bravo comunque, conosceva il mestiere e sapeva imbastire un racconto come dio comanda. Eppure una cosa è la fredda operazione d'imbastitura di un racconto, un'altra è il processo creativo dettato dall'ispirazione e dalla musa interna che ogni vero scrittore porta dentro di sé. Musa che Lino ha consultato a fondo, quando si è messo a scrivere alcune opere che sono delle pietre miliari della narrativa italiana. Certo non di fantascienza.
LeggiLino Aldani e i suoi racconti
Se un uomo legge un migliaio di libri è fottuto: un'analisi critica dei racconti di questo autore, le cui opere, alcune delle quali risalenti a quasi mezzo secolo fa, sono tuttavia così attuali e vicine a molti di noi.
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