E allora, bisogna interpretare la situazione della fantascienza in questo contesto. In realtà, se è vero che da un lato si registra la scomparsa di collane storiche come Anticipation di Fleuve Noir (la collana storica per antonomasia) o di case editrici appena nate, ma già entrate nel cuore dei lettori come L’Oxymore, “il cadavere – come dice Ruaud – si muove ancora”.
Markus Leicht prende a testimonianza le cifre: “Attualmente, penso che ci sia un rinnovamento della fantascienza francese. In questi ultimi anni sono apparsi diversi autori. Credo fosse Serge Lehman che diceva, a una conferenza, che qualche anno fa c’erano solo una quindicina di autori in Francia, mentre oggi si pensa che ce ne siano almeno 20 o 25. Ci sono autori che vendono molto bene, autori popolari, come Werber con le sue Formiche o Pierre Bordage, e poi ci sono autori che registrano vendite più modeste, ma buone, che vendono, anche se sono noti solo al loro pubblico, gente come Ayerdhal o Roland Wagner. Poi ci sono autori più letterari...”.
Ma che cosa vuol dire “vendono”? “Sono vendite modeste. I grandi autori, Pierre Bordage per esempio, raggiungono effettivamente un pubblico molto ampio. Non ho dei numeri precisi per Bordage, ma penso che venda almeno 30-50 mila copie. Sì, il pubblico della letteratura generale conosce Bordage. Mentre le opere più vendute di Ayerdhal devono arrivare intorno alle 10 mila, e non sono sicuro che Roland Wagner raggiunga questa cifra. Durante la sua epoca – continua Leicht - d’oro, Fleuve Noir poteva avere vendite enormi, mentre negli ultimi anni di vita della sua collana Anticipation, scendeva spesso sotto le 10 mila copie vendute. Oggi ci sono molte piccole case editrici o comunque case editrici che accettano di fare tirature molto inferiori”.
Anche a causa della rivoluzione digitale: “È vero – spiega Leicht - che la stampa digitale ha fatto crollare i costi, e questo ha permesso a delle vere case editrici di nascere con tirature molto piccole. È molto facile oggi per un editore restare in attivo con tirature al di sotto delle mille copie. E questo non accade solo nella fantascienza, lo vediamo anche nel fumetto, in particolare nella pubblicazione di fumetti americani: alcune opere sono pubblicate da editori noti al pubblico a prezzi relativamente alti, intorno ai 25 o 27 euro, a volte con tirature inferiori alle mille copie. Ma nonostante le basse tirature, queste opere portano guadagni”.
E a questo punto, torniamo alla contestualizzazione del calo delle vendite nella fantascienza, che, rispetto al passato: “Vende meno, ma è un problema legato al libro in generale. Si sa che in Francia la media delle copie vendute cala ogni anno, e questo fatto coinvolge quindi anche la fantascienza. In questo momento un libro vende in media, prendendo in considerazione tutti i generi, un po’ meno di 8 mila copie. Va un po’ meglio il genere poliziesco. Un giallo può arrivare a 10, 15, 20 o 25 mila copie. E poi ci sono autori che vendono molto bene. Come Fred Vargas, che fa almeno 60-80 mila copie vendute. Ci sono poi anche delle eccezioni nel campo fantascientifico, se includiamo la fantasy: Bragelonne è riuscito ad avere uno o due titoli che hanno raggiunto le 60 mila copie, che non è affatto male”.
Ma perchè la fantasy vende più della SF? “Secondo me, perchè la fantasy è di più facile approccio. Nella fantascienza, negli ultimi anni abbiamo visto un ritorno alla hard science, che è troppo difficile per il grande pubblico. Ci sono cose difficili da capire, mentre nella fantasy ci si lascia portare, sono storie di draghi, di elfi, che tutti possono comprendere. E penso che questo sia vero a livello globale. I lettori si sono sempre rivolti a una letteratura d’immaginazione molto ricca. Quella che viene chiamata ‘letteratura popolare’ è una letteratura di facile approccio e per gente che ha bisogno di romanzi facili, la fantascienza sembra troppo complicata, e spesso anche troppo cupa, è uno dei difetti che le si rimproverano”.
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