Da qualche giorno gli sceneggiatori aderenti al sindacato Writers Guild of America hanno incrociato le braccia, lasciando l'industria cinetelevisiva americana senza copioni. Molte sono state le testimonianze di solidarietà con gli scrittori, da personaggi dello spettacolo - come lo stesso Edward J. Olmos di Galactica - a personaggi della politica, come i candidati democratici alle prossime elezioni Barack Obama e Hillary Clinton.
Tra i più attivi in questo sciopero c'è Ronald D. Moore, che ha sviluppato e procduce la nuova serie di Battlestar Galactica, ma che è anche - e forse prima di tutto - uno sceneggiatore.
Intervistato da E! Online, Ron Moore ha parlato di vari argomenti tra cui la faccenda degli webisode, i brevi episodi che furono mandati online dal sito di Sci Fi Channel tra la seconda e la terza stagione di Battlestar Galactica.
"Quando siamo stati contattati per fare questi webisode, la posizione dello studio era che non volevano pagare nessuno; li consideravano semplice materiale promozionale. Non volevano pagare né attori né registi né sceneggiatori, cosa che secondo noi era da pazzi."
Chi lavorava alla serie si rifiutò di realizzare i webisode a queste condizioni, così Sci Fi Channel cercò di indorare la pillola dicendo che avrebbero pagato ci ci avesse lavorato. Una volta pronti i filmati, però, le cose vennero messe in modo diverso.
"Non volevano riconoscere il dovuto a chi aveva scritto gli episodi. Così mi rifiutai di rilasciare i webisodi, ma loro vennero e se li presero lo stesso. Erano in piedo diritto visto che erano proprietari della serie, ma diciamo che questo mi fece capire meglio come stavano le cose".
In seguito la WGA intimò a Sci Fi Channel di pagare gli sceneggiatori e di riconoscere il loro lavoro, o in alternativa di non pubblicare i webisode, ma Sci Fi fece finta di nulla. Pubblicò sul sito i webisode secondo i tempi prestabiliti e non diede neppure un soldo al team di David Weddle e Bradley Thomson, che avevano scritto soggetto e sceneggiatura.
"Gli sceneggiatori dello staff di una serie sono la base di tutto il totem della produzione, gli hanno fatto fare il lavoro per un altro media e non li hanno pagati, e hanno guadagnato dei soldi grazie al loro lavoro. In fin dei conti, questo è uno dei motivi per cui siamo qui ora, in sciopero. Perché questi comportamenti sono semplicemente sbagliati."
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