Samuel R. Delany, noto come il primo scrittore di colore espresso dalla fantascienza, è una certezza, una fonte inesautibile di stupore e meraviglia, un titano della letteratura e dell'immaginario, il cantore contemporaneo del mito dopo il superamento della sua dimensione culturale e la sua estensione alla frontiera cosmica. Delany come Omero? Può forse suonare azzardato come paragone, ma chiunque abbia letto qualche parto della sua fervida immaginazione si troverà d'accordo nel sostenere la funzione mitopoietica della sua scrittura, l'attitudine di Delany a giocare col mito e inventarne di nuovi, la sua confidenza con i temi dell'epica (dall'Odissea all'indagine filologica, dal recupero della verità al mistero di portata cosmica), questa familiarità che lo spinge a costruire con le sue opere una mitologia postmoderna in cui viene trasfigurato un blocco notevole della cultura occidentale. Il complesso di Edipo, l'ossessione e la follia del capitano Ahab, il viaggio di Ulisse, Billy the Kid, i Beatles, e molti altri modelli popolari rivivono e s'illuminano di luce nuova negli scenari rutilanti e vertiginosi che Delany prende in prestito dal genere popolare per eccellenza del Novecento: la fantascienza.
Babel-17, pur essendo datato al 1966, quando lo scrittore era appena ventiquattrenne (sic!), non mostra segni di cedimento a quarant'anni di distanza dalla sua stesura e rappresenta un esempio emblematico di quanto vado sostenendo. I moduli della space opera, vengono qui ripresi per imbastire un'epica in cui trovano spazio personaggi memorabili, una guerra di proporzioni galattiche, riflessioni sulla linguistica, una buona dose di umorismo e - last but not least - la consueta quest che rappresenta il motore narrativo delle opere di Delany.
Rydra Wong, poetessa di fama intergalattica in un futuro universo colonizzato dall'umanità, viene ingaggiata dall'esercito dell'Alleanza per decifrare un misterioso codice segreto che finora ha resistito agli assalti dei criptoanalisti militari e che presto si rivela essere addirittura un linguaggio, e un linguaggio davvero sui generis.
...molti libri di testo dicono che una lingua è un meccanismo per l'espressione dei pensieri. Ma la lingua stessa è pensiero. Il pensiero costituisce l'informazione e la forma che essa si sceglie. La forma concretizza una lingua, e la forma di Babel-17 è... sorprendente.Babel-17 è il nome in codice di questa lingua. In virtù della sua profonda sensibilità empatica, prossima a sconfinare nella telepatia, Rydra Wong si immerge nei suoi misteri, che fanno gola ai militari in quanto la lingua sembrerebbe essere adottata per trasmettere direttive opportune a presunte cellule terroristiche infiltrate nella società. La futura civiltà umana di Delany è infatti riuscita a estendere il suo dominio al di là dei confini del tempo e dello spazio, grazie alla rivoluzionaria tecnologia iperstatica, che permette di infrangere la barriera della luce; nelle galassie conquistate è venuta in contatto con una decina di civiltà aliene avendo occasione di maturare coscienza della pretestuosità di ogni discriminazione; eppure... continua a essere spaccata in blocchi contrapposti in una guerra fratricida. Di notevole interesse, a questo proposito, sono gli accenni mimetizzati tra le righe che lasciano intendere come tutti i protagonisti, inseriti nel contesto dell'Alleanza, siano di discendenza non occidentale (nella fattispecie africana e panasiatica), mentre gli Invasori schierati sul fronte opposto sarebbero i discendenti dei coloni americani. Una scelta che obbliga il lettore medio a un ribaltamento dei paradigmi della lettura, un cambio di prospettiva che impreziosisce ulteriormente il risultato finale. Così come in Nova (del 1968) gli impianti tecnologici diventeranno la trasfigurazione in chiave futuristica delle catene che ancora nell'Ottocento tenevano gli schiavi di colore sottoposti alla dominazione bianca nelle piantagioni del Sud, già in Babel-17 l'Autore torna con la mente alla storia dei rapporti civili, esprimendo così una delle più alte potenzialità della fantascienza.
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