
Tecnologia d'assalto, quindi, che ci traghetta verso un lido evanescente, ma già capace di proiettarci a ridosso di un nuovo orizzonte degli eventi e che sarà in noi tramite l'assunzione biologica della tecnologia stessa: questo è il quadro che vedo aprirsi dalla notizia riportata da Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/scienza_e_tecnologia/iniezioni-indolori/iniezioni-indolori/iniezioni-indolori.html). Questo è il senso che mi pervade pensando ad altre commistioni di natura sociale: le nostre città saranno piene di tossici dotati di chip sempre nuovi e illegali? Su quali piani si svilupperà, allora, l'evoluzione dei chipset? E saranno a base biologica, proteica, così da favorire una sorta di maggiore empatia organica con noi umani o postumani?

The needle and the damage done, la song con cui Neil Young cantava i dolori per l’abuso di droghe che aveva finito col danneggiare la vita di suo figlio, potrebbe assumere in futuro un significato del tutto nuovo, che lo stesso Young non avrebbe mai e poi mai immaginato. L'interazione tra fisico – reale - e gassoso – virtuale - con tutto il danno possibile che ne potrebbe derivare, forse assumerà un significato d'interattività empatica inedito, mai sperimentato e difficilmente immaginabile prima di adesso: tutto perché 150 piccoli canali di comunicazione sfoceranno nel nostro presente; un nuovo paradigma sociale nascerà dall'intersezione tra il fisico e l’ideale, tra l’esaltazione cerebrale e la necessità d’essere più incisivi nel salvaguardare la vita biologica. Saranno castelli di sabbia costruiti sulle molecole carboniche trascendentali?
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