La globalizzazione ha risolto tutti i problemi dell'umanità. La grandi multinazionali producono più di quello che è necessario. Il problema si è capovolto: non più fame e carenze di cibo, ma obbligo di consumare a qualsiasi costo.
Questa l'idea alla base di Il morbo di Mida, uno dei romanzi più famosi di Frederik Pohl, autore di punta del movimento della "fantascienza sociologica" che negli Anni cinquanta e sessanta trasformò la fantascienza in una letteratura adulta, mettendo in evidenza la grande capacità di questo genere di guardare alla società del proprio tempo e sottolinearne le tendenze più pericolose.
Frederik Pohl, in una intervista, racconta come è nata l'idea di scrivere questo romanzo. "L'idea del Morbo di Mida mi venne proposta da Horace Gold, direttore della rivista Galaxy. Mi disse: 'Fred, perché non scrivi una storia che parli di un mondo in cui il problema sia la super, invece che la sotto-produzione?' Io gli risposi: 'Perché non credo neppure per un istante che un simile mondo possa esistere'. Perciò rifiutai; anzi, non fui certamente l'unico scrittore che si rifiutò di sviluppare quell'idea. Tuttavia Gold continuò a insistere e a un certo punto mi accorsi che nel mio subconscio quell'idea aveva continuato a gingillarsi, esaminando gli sviluppi e le complicazioni del tema."
E con quel concetto che continuava rigirargli per la mente, alla fine Pohl trovò il filo conduttore di una storia che secondo il suo modo di vedere voleva essere un satira, un avvertimento e nel contempo una critica a una società utopistica in cui la gente povera è costretta a consumare, mentre quella ricca può condurre liberamente la sua esistenza.
Il morbo di Mida (Mida's Plague, 1954), traduzione di Paola Colombo, Delos Books, Odissea Fantascienza 19, pagg. 140, euro 10.
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