Roger Zelazny (1937-1995) nasce in Ohio da un emigrato polacco e da madre di discendenza irlandese, compie studi classici specializzandosi in teatro elisabettiano e nel 1962 si laurea alla Columbia University in letteratura inglese comparata. Lo stesso anno pubblica il suo primo racconto, Passion Play, sul numero di agosto di Amazing Stories.
Fino alla metà degli anni sessanta la sua produzione è orientata sui racconti, poi si dedica anche ai romanzi attingendo a piene mani ai miti indiani (Lord of Light), greci (This Immortal), greco-egiziani (Creatures of Light and Darkness) e ad altre tradizioni popolari spaziando da quelle norvegesi a quelle giapponesi. È considerato uno dei più rappresentativi autori della new wave americana, il movimento che negli Anni 60 ha rinnovato la fantascienza introducendo temi che, pur non abbandonando l’esplorazione dello spazio esterno, scandagliano l’animo umano.
Uno dei temi ricorrenti in Zelazny è quello del superuomo, dell’immortale che vuol farsi dio. Zelazny con le sue opere ha riscosso una messe di successi vincendo tra l’altro sei premi Hugo, tre Nebula e due Locus.
Io, l’immortale (This Immortal, 1966) vincitore nel 1976 del giapponese Premio Seiun è l’ampliamento del suo racconto …and Call Me Conrad, apparso a puntate su The Magazine of Fantasy and Science Fiction, che vinse nel 1966 l’Hugo; all’epoca il romanzo e il romanzo breve ("novella") erano uniti in una unica categoria.
La Terra, devastata da un olocausto nucleare e ormai spopolata è governata da una razza aliena, i Vegani, che hanno fatto del pianeta un sito archeologico/turistico. Conrad Nomikos, il protagonista, uomo dal passato misterioso, che soltanto in parte verrà rivelato, ha l’ingrato compito di mostrare a Cort Myshtigo, un influente Vegano, le rovine della vecchia Terra. Ben presto Conrad deve però diventare la riluttante guardia del corpo dell’alieno, bersaglio di attentati, conscio che la vita del Vegano è molto importante per il futuro della Terra. Non è chiaro dal racconto se Conrad sia o no un dio, ha una vita straordinariamente lunga, ma ha anche metà del volto sfigurata, segno forse di una mutazione risultato della guerra nucleare che ha sconvolto il pianeta.
Io, l’Immortale è un romanzo d’azione, che attinge a piene mani dai miti classici, il protagonista picaro ed eroe si muove tra Egitto e Grecia in un vortice di prove che supera brillantemente riuscendo a restare credibile e autoironico. I Vegani, padroni della Terra o di quel che resta di essa, alla fine non sono poi tanto cattivi e la conclusione del romanzo è imprevedibile e ottimista.
Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta in Italia in Galassia n. 144 nel 1971 e successivamente per la Nord nella collana Cosmo, ma con l’errata indicazione della traduzione attribuita a Roberta Rambelli mentre era invece è di Vittorio Curtoni. Lo stesso Curtoni ha completamente revisionato la traduzione per questa edizione. La copertina è di Franco Brambilla.
Io, l’immortale (This Immortal), traduzione di Vittorio Curtoni, Mondadori, Urania Collezione n. 55, pagg 236, euro 4,90.
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