Di Anthony Hopkins è inutile tessere le lodi: il grande attore nato nel Galles ha attraversato il cinema del ventesimo secolo fornendo prove maiuscole sia in film di spessore come Quel che resta del giorno, Shadowlands, Surviving Picasso, La macchia umana, sia in grandi blockbuster come Il silenzio degli innocenti che gli valse l'Oscar, Dracula, La maschera di Zorro, Mission: Impossibile II e altri ancora. Anche quando ha preso parte a progetti di dubbio gusto come per esempio Freejack - Fuga dal futuro, oscuro film di fantascienza del 1992 su improbabili viaggi nel tempo e ricerche di immortalità, Hopkins è riuscito a lasciare un segno con la sua recitazione a volte istrionica, a volte misurata, sempre intensa: persino nella (brutta) fiction RAI del 1985 Io e il Duce, che probabilmente pochi ricorderanno, è riuscito ad assestare al personaggio di Galeazzo Ciano la maschera sofferta che ben rappresentava i tormenti di un uomo destinato alla dannazione della storia.
Hopkins ha così deciso che anche il terzo millennio dovrà avere a che fare con lui, e alla veneranda età di 70 anni ha deciso di togliersi lo sfizio di girare il suo primo film da regista. Per la sua opera di debutto ha scelto un soggetto difficile, un film intenso che gioca su molti piani e che probabilmente raccoglie tutte le sue esperienze di attore in una carriera ormai quarantennale. Slipstream, questo è il titolo del film, è il racconto dell'esperienza fantastica e complessa di uno sceneggiatore i cui personaggi di un'opera che sta scrivendo iniziano a invedergli la mente, prendendo possesso della sua vita e manovrandola in un gioco perverso in cui i burattini diventano burattinai. Dopo aver ottenuto consensi in importanti manifestazioni come il Sundance Film Festival e il Festival Internazionale di Locarno, il film ha faticato per trovare un distributore internazionale: ricerca andata a buon fine nei giorni scorsi, quando la compagnia americana Strand Releasing ha acquisito di diritti di distribuzione del film, che farà la sua comparsa nelle sale americane il prossimo ottobre.
Tra gli altri protagonisti di quest'opera surreale e psicologica, imbevuta di contenuti fantastici, si segnalano Christian Slater (Intervista col vampiro, The good Shepherd), Micheal Clark Duncan (il gigante Coffey di Il miglio verde) e il sempre bravo e stralunato John Turturro (Transformers), nonché lo stesso Hopkins. Curiosamente Slipstream, di cui l'attore firma anche soggetto e sceneggiatura, riprende il titolo di un film britannico del 1989, questa volta di ambientazione più fantascientifica: la storia di un androide omicida e raffinato (cita il poeta Byron durante le sue imprese) alle prese con un cacciatore di taglie interpretato da Mark Hamill (Luke Skywalker ora e per sempre). Non è chiaro se Hopkins abbia voluto giocare con il significato del termine slipstream (si tratta di un fenomeno ventoso ad alta velocità) e se avesse voluto riferirsi alle atmosfere cupe del film degli anni ottanta. Rimane comunque un film di debutto complesso e interessante, sicuramente poco commerciale, ma ad alta intensità, come il suo regista.
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