A distanza di solo un anno ecco arrivare nel 2006 l’atteso seguito: Glasshouse. In realtà, come faceva notare un entusiasta Paul Di Filippo dalle autorevoli pagine elettroniche di Science Fiction Weekly, il romanzo può essere inteso come una prosecuzione del precedente

“Vuol dire servire al lettore per l’ennesima volta la stessa minestra, con precisione commerciale? Certo che no. Dal mio punto di vista, i migliori scrittori di fantascienza intraprendono un dialogo intellettuale con i modelli del passato, riconoscendo e onorando i loro insegnamenti e allo stesso tempo estendendone il raggio d’azione. Per questo un nuovo lavoro di fantascienza rigorosa e credibile echeggerà opere del passato, riuscendo al contempo ad esprimere con una voce originale nuove vedute e prospettive”.Di Filippo prosegue poi la sua analisi del romanzo puntualizzando come le allusioni ai citati classici del passato restino comunque relegate a un livello sottotestuale di lettura.
“La superficie narrativa è puro Stross al cento percento, un assalto organico e spietato a tutte le più stantie concezioni del futuro. La lingua di Stross è tagliente, innovativa e dinamica. La sua caratterizzazione dei personaggi credibile e affascinante. La narrazione è vigorosa e propulsiva, […] il tono leggero e scanzonato malgrado non sia estranea una certa gravità”. Per concludere infine che “questo è un romanzo che incarna le migliori caratteristiche della vera fantascienza, dimostrando che c’è ancora piena vitalità nel vecchio genere”.E se la fantascienza è tutt’altro che morta, se non si è ancora definitivamente inviluppata sulla triste riproposizione di vecchi luoghi comuni, se non ha esaurito per sempre il potenziale propulsivo delle idee e dell’immaginazione, è in buona parte merito di autori come Charles Stross e gli altri avanguardisti del nuovo Rinascimento britannico (menzioniamo almeno Iain M. Banks, Ken MacLeod, Richard K. Morgan, Ian McDonald, Alastair Reynolds, Nicola Griffith).Nel 2006 Glasshouse è giunto finalista al premio Hugo.Sempre nel 2006 Stross ha dato alle stampe The Jennifer Morgue, che conclude il trittico della Lavanderia e di Bob Howard. Almeno per il momento. Ancora in sospeso resta il ciclo

Ora che Delos Books e Armenia hanno rotto gli indugi, i lettori italiani non devono fare altro che armarsi di pazienza e aspettare che i nuovi titoli varchino le Alpi. L’attesa sarà sicuramente ripagata.
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