Ken MacLeod è noto per il suo impegno politico che non di rado sconfina nell'attivismo. Il suo ultimo romanzo non fa che confermare questa sua attitudine a parlarci del nostro presente e delle sue incertezze attraverso palusibilissimi scenari futuri. The Execution Channel, pubblicato da Tor Books lo scorso giugno, mette in scena intrighi politici e ricerca scientifica, portando ancora una volta alla luce le potenzialità delle ibridazioni, la forza d'impatto delle visioni che si originano dall'interfaccia tra i generi, nella fattispecie la fantascienza e il thriller. Il "canale dell'esecuzione" richiamato nel titolo è un'emittente televisiva che aggiorna sullo stato delle perdite e dei caduti sul fronte opposto in una guerra del futuro. Quanto simile alle guerre dei nostri giorni combattute nel nome della democrazia e della libertà sia la guerra di MacLeod è facile comprenderlo delineando lo scenario sociopolitico che fa da sfondo a questo romanzo: un'ondata di terrorismo è dilagata su tutto il globo e le potenze occidentali sono impegnate su una dozzina di fronti aperti nei paesi del Terzo Mondo, mentre la Cina e la Russia si dedicano a perseguire i rispettivi, opportunistici interessi. Uno scenario già abbastanza grave, ma come se ciò non bastasse Stati Uniti, Regno Unito e Francia sono anche alle prese con una lotta intestina segreta in cui ciascuno dei partecipanti cerca di pugnalare alle spalle gli alleati prima degli altri.
Ad avvicinare l'incubo alla realtà è l'esplosione di un ordigno nucleare su una base scozzese, che viene completamente rasa al suolo. Chi è stato ad attuare il folle piano di attacco? Il nemico si nasconde dalla parte giusta del fronte o forse gioca tra le stesse file del Regno Unito? E si tratta davvero di una "semplice" bomba atomica, o l'incidente non è stato forse il prodotto di una nuova scoperta nell'ambito della meccanica quantistica? Gli interrogativi si infittiscono quando nuovi attacchi vengono sferrati ad altre basi del Regno, senza tradire alcuna comprensibile logica o strategia. Mentre il mondo sembra preso nell'escalation verso una Guerra Terminale, i membri della famiglia Travis finiscono sempre più coinvolti nelle spire di un meccanismo sinistro e letale. James è un programmatore di lungo corso che ha da poco ceduto le proprie abilità alla Francia. Sua moglie Roisin è una giovane attivista anarchica e pacifista. Alec, il loro unico figlio, è un soldato impiegato sul fronte del Kazakistan. Intorno a loro si muove un intero universo di spie, specialisti del controspionaggio ed esperti di guerriglia informatica.
Nella sua recensione per le pagine elettroniche di SCI FI Weekly, Paul Di Filippo mette in luce la progressiva tendenza dell'analisi politica di MacLeod a tingersi dei toni del thriller e della catastrofe, restando però saldamente ancorata ai moduli classici della fantascienza: speculazione scientifica e storia alternativa in primis. Elementi che giustificano una critica più che positiva, meritando all'autore scozzese due paragoni d'eccellenza del calibro di Thomas Pynchon e James G. Ballard. Se da una parte la rete di tradimenti e le nebbie dell'equivoco e della disinformazione ricordano infatti il monumentale Arcobaleno della gravità, il ritratto della nazione che reagisce in stato confusionario all'invasione echeggia L'Impero del Sole. Nel complesso, il risultato finale merita a questo libro una posizione di rilievo nel ritorno del romanzo di spionaggio contaminato con la fantascienza, un genere che sta conoscendo un'inattesa primavera grazie anche a Tim Powers (autore dell'apprezzato, per quanto ancora inedito da noi, Declare) e Charles Stross (con il ciclo della Lavanderia, in Italia presente con il primo capitolo: Giungla di cemento).
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