Sadico, violento, voyeuristico, tosto. Hostel Parte II mantiene le promesse e le premesse del primo film di volere essere un horror puro anche se, la cornice vagamente più patinata rispetto al predecessore, porta inevitabilmente ad un ingentilimento spontaneo di temi e situazioni.
In realtà la cornice mittleuropea del film, dopo un prologo italiano con tanto di cameo di Edwige Fenech, conduce inevitabilmente la memoria alla grande tradizione orrorifica ambientata nell'Europa orientale da Dracula in poi.
Protagoniste, stavolta, tre ragazze americane in cerca di emozioni e di rapporti sessuali più o meno occasionali.
Finite in un villaggio della Slovacchia, le ragazze si trovano alle prese con una sofisticata macchina di morte che serve a soddisfare i piaceri perversi di chi paga.
Horror politico con feroce critica al sistema americano e frecciate al cuore degli Stati Uniti di George Bush, Hostel II si adagia, però, sul sistema confortevole di un andamento eccessivamente meccanico nonostante la regia di Roth sia sempre ottima, curata e di grande qualità.
Forse, la storia per quanto violenta, carnale e - a tratti - disgustosa non esplora a sufficienza il desiderio di vendetta della protagonista che, come nella tradizione di Tarantino, diventa femme fatale e - addirittura - castratrice non solo in senso figurato.
Sanguinolento e - talora - grottesco, il film annovera anche due cameo di Ruggero Deodato e Luc Merenda, con il famoso autore horror in veste di un simil Hannibal Lecter.
Alla fine il risultanto è più disturbante che, realmente, terrorizzante, nonostante il tentativo di Roth di girare un horror politicamente scorretto con tanto di ammazzamento a colpi di pistola di un bambino appartenente ad una gang locale di zingarelli.
Gli stessi che, nel finale, daranno vita ad una grottesca partita di calcio, dove al posto del pallone c'è la testa di una tanto bella e - purtroppo per il pubblico maschile - anche, ovviamente, "molto morta"...
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