Mi sono sempre chiesto quanti romanzi, nella lunga storia della fantascienza, siano stati ambientati su Marte.
Probabilmente basterebbero a riempire una biblioteca di discrete dimensioni, il pianeta rosso è stato immaginato sede di fantastiche civiltà, avanzatissime o primitive, popolato da bellissime principesse o da strane e incomprensibili creature, nemmeno le sempre più accurate conoscenze del pianeta rosso sono bastate a fermare la fantasia degli scrittori, che hanno semplicemente adattato le storie ai dati più recenti.
La città senza ritorno è una storia vecchio stile, con un sistema solare completamente colonizzato e dove ogni pianeta ospita forme di vita, il romanzo inizia infatti su Venere, pianeta di paludi e rifugio della feccia del sistema solare.
In una sordida sala da gioco un vecchio ubriacone di nome Scaron, che dice di essere un professore dell'università di Afrodite, racconta una fantastica storia su un tesoro nascosto nella città marziana di Klaglan, nascosta tra la montagne azzurre e mai raggiunta dagli uomini.
Per quanto il racconto dell'uomo sia quasi incredibile Smith e Lorna, un giocatore professionista e una ballerina che ben rappresentano il sottobosco venusiano, decidono di partire per Marte, decisi a depredare la città, ovviamente nei loro piani non rientra la divisione con Scaron.
Arrivata su Marte la coppia affida a una guida locale, Halmar, il compito di portarli a Klaglan, impresa tutt'altro che facile.
Infatti numerose spedizioni sono partite alla volta della città, ma nessuno è mai riuscito a ritornare per raccontare cosa c'è effettivamente dentro le sue mura, tanto che Klaglan si è meritata il nome di "città senza ritorno".
I nativi di Marte, una sorta di insettoidi chiamati Drylanders, considerano territorio proibito Klaglan, e sorvegliano i dintorni, pronti a uccidere chiunque osi avvicinarsi, la loro ferocia è pari solo alla determinazione con la quale difendono le mura dell'antica città.
Halmar ha già guidato una spedizione nei pressi della città senza ritorno, e sa che terribile destino attende chi viene catturato dai Drylanders, le tre persone che erano con lui non hanno fatto ritorno, e ora nessuno si fida di lui, Lorna e Smith sono stati i primi a dargli un lavoro da più di due anni.
Per questo, giunti in vista della città, la guida cerca di convincere i due a tornare indietro, ma non riesce a impedire che la coppia prosegua, e venga catturata dai Drylanders.
Halmar riesce a liberare Lorna e Smith, e a rifugiarsi all'interno delle mura, ma ben presto i tre si accorgeranno che risolvere i misteri della città senza ritorno non è per nulla semplice, gli interrogativi invece di trovare risposta si moltiplicano.
Chi ha costruito la città, e davvero i Drylanders la considerano sacra?
Ma soprattutto Klaglan, che assomiglia sempre di più a una trappola, è davvero una città?
Autore prolifico e molto popolare Edwin Charles Tubb è tuttavia considerato uno scrittore di secondo piano, nessuna delle sue opere è diventata famosa o ha vinto qualche premio importante, il fatto che a distanza di cinquanta anni dalla prima edizione una sua opera venga ristampata induce a chiedersi se davvero valga la pena di leggerla, se non come testimonianza di una fantascienza ormai superata.
Tuttavia sin dalle prime pagine di questo romanzo si dimentica tutto quello che non riguarda la storia dei tre disperati terrestri, alla ricerca di un fantomatico tesoro e del loro destino tra le sabbie di un Marte che cancella di colpo mezzo secolo di osservazioni e sonde sempre più sofisticate.
Il ritmo dell'azione, i colpi di scena e gli enigmi sempre più numerosi catturano il lettore e non lo lasciano sino all'ultima pagina, quando la vicenda si risolve.
Se si risolva con un "lieto fine" o meno credo dipenda dal giudizio del lettore, quasi che Tubb abbia deliberatamente evitato di dare un'indicazione precisa.
Senza dubbio un romanzo che non dovrebbe mancare agli appassionati delle storie avventurose, dove l'azione è preponderante e la lotta per la sopravvivenza mette in ombra gli altri aspetti, ma anche chi ama le storie più introspettive e basate sulla psicologia dei personaggi potrebbe trovarlo divertente.
Cinquanta anni non hanno lasciato tracce sul fascino di questo romanzo, i Drylanders sono cattivi, i misteri sono avvolti da una fitta oscurità e da Klaglan non si fa ritorno, facile farsi trasportare dal senso del meraviglioso di questo romanzo.
Edwin Charles Tubb, nato nel 1919 in Inghilterra, è un autore estremamente prolifico, con più di 150 romanzi pubblicati, molti dei quali firmati con pseudonimi.
Il suo ciclo più famoso è quello di Dumarest della Terra, lunga saga di 32 romanzi dove l'eroe deve ritrovare la Terra in una galassia abitata da innumerevoli razze aliene.
Altro suo ciclo è quello di Capitan Ken, scritto con lo pseudonimo di Gregory Kern.
Tubb ha pubblicato anche romanzi gialli e storici, collaborando anche alla serie televisiva di Spazio 1999.
E' possibile acquistare questo volume, non distribuito in libreria, nel sito internet all'indirizzo www.perseolibri.it.
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