Il 25 maggio del 1977 Guerre Stellari esce finalmente in sole 32 sale cinematografiche americane e George Lucas è con la moglie alle Hawaii per riposarsi dall’immane fatica che lo ha visto negli ultimi anni girare tra San Francisco, Londra e la Tunisia per realizzare un sogno che potrebbe divenire il suo peggior incubo: Lucas sa che se, come le previsioni fanno intendere, il film sarà un fallimento, non ci sarà per lui un’altra possibilità ed egli tornerà ai cortometraggi e ai documentari per molti anni prima di tornare sui grandi set. Ma ad un certo punto cominciano a fioccare le telefonate: racconti di code interminabili davanti ai cinema, di ragazzini che hanno visto il film decine di volte in un giorno, di applausi e ovazioni all’interno delle sale. E poi le recensioni dei giornali e gli incassi che cominciano a lievitare. Sono tutti senza parole, Spielberg escluso, che prevedeva un simile successo: “Ha una meravigliosa innocenza e serenità, proprio come George, e il pubblico lo amerà”, aveva detto. E aveva ragione. Lucas aveva preso per sé i soli 100.000 dollari di compenso come regista, ma aveva firmato con la Fox un’opzione che gli avrebbe garantito il 40% degli introiti sul merchandising legato al film. Charles Lippincott, direttore del marketing, fu colui che trasformò Guerre Stellari in un clamoroso successo partendo dai circoli degli appassionati di fantascienza e proseguendo attraverso quelli dei “comics” grazie alla realizzazione del fumetto del film realizzato dalla Marvel. La Del Rey accettò inoltre di pubblicare il romanzo basato sulla sceneggiatura che, sebbene pubblicizzato come scritto direttamente da Lucas, fu in realtà realizzato da Alan Dean Foster: sei mesi dopo l’uscita del film già mezzo milione di copie del romanzo erano state vendute. Ad esse si aggiunsero i tantissimi giocattoli prodotti dalla Kenner con una linea dedicata alle statuine dei personaggi del film e soprattutto con i modellini delle astronavi. Guerre Stellari nel giro di pochi mesi divenne il film dell’anno e anche il maggior incasso di tutti i tempi fino a quel momento. Delle 10 nominations agli Oscar del 1978, ben sette statuette vennero consegnate ai realizzatori di Guerre Stellari portando la Industrial Light & Magic ad ottenere l’Oscar “quando ancora neanche pensavano di poterlo ottenere”.
Lucas aveva definitivamente realizzato il suo sogno e aveva tutto il denaro necessario a continuare l’opera.
Oggi, trent’anni dopo, l’opera di Lucas è conclusa. Da tre, i film sono diventati sei e la saga, inizialmente incentrata sul personaggio di Luke Skywalker, ha spostato il proprio epicentro su Anakin Skywalker/Darth Vader, simbolo della caduta e della redenzione, di quella lotta eterna tra Bene e Male che costituisce la tela di tutte le grandi favole e i grandi miti. Perché Star Wars è frutto di questa millenaria tradizione, non il figlio ingrato di una moda passeggera o un semplice blockbuster con tanti begli effetti speciali; se lo fosse stato, non avrebbe ancora oggi il successo che ha. “Fare film è la mia vita”, ha dichiarato una volta Lucas: lo ha fatto molto bene, e nel realizzare il suo sogno è riuscito a dimostrare che i sogni non invecchiano.
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