
George Lucas, classe 1944, non aveva in mente tutto questo quando, da giovane, rifletteva distrattamente sul proprio futuro. La sua prima passione non erano i film, ma le auto. Ne costruisce una propria, sogna di correre a Le Mans (e il piccolo Anakin Skywalker de La Minaccia Fantasma è l’eco di quelle aspirazioni giovanili) fino a quando, a 18 anni, non incorre in uno spaventoso incidente e si salva a stento. È la svolta che gli cambia la vita: subito dopo il diploma, s’iscrive al Modesto Junior College dove segue un corso di antropologia e scopre un profondo interesse per le scienze sociali. Di lì inizia la propria passione per la mitologia e l’inizio di una serie di lunghi studi sull’argomento che lo portano a scoprire l’opera di Joseph Campbell sui topos del mito: saranno queste ricerche a ispirarlo nella realizzazione di Star Wars. Non è però la carriera accademica ad attrarlo. Dopo aver conseguito una laurea di primo livello (come la chiameremmo oggi in Italia) in antropologia, Lucas pensa di coltivare la sua passione per l’arte e la fotografia e decide di andare alla University of Southern California: “Lì avevano una scuola di cinema, ed io mi dissi «beh! Assomiglia alla fotografia, forse potrebbe essere interessante». E una volta iscrittomi a quel corso, scoprii che era quella la cosa che amavo, ed in cui ero bravo”.
Di talento ne aveva davvero. Con l’aiuto di Francis Ford Coppola, conosciuto su un set cinematografico, Lucas si lancia presto nel cinema e nel 1971 realizza il suo primo lungometraggio, THX 1138, da noi in Italia tradotto come L’uomo che fuggì dal futuro. È il rimaneggiamento della sua “tesi di laurea” (un cortometraggio di fantascienza), con un Robert Duvall ai suoi esordi. Il film costa un milione e duecentomila dollari, ma riceve un’accoglienza negativissima da parte della casa produttrice, la Warner, che decide di tagliarne varie scene; il pubblico non lo gradisce e in definitiva Lucas raccoglie il suo primo – anche se, lui non lo sapeva ancora, ultimo - flop. È la Universal Pictures a decidere di ridar fiducia a Lucas accettandogli il soggetto di un nuovo film dal titolo American Graffiti con un budget di soli 750.000 dollari, accettando inoltre anche il soggetto di un secondo film che si dovrebbe intitolare Guerre Stellari. Poco dopo la Universal ci ripensa e boccia la seconda opzione considerandola troppo rischiosa, ma Lucas non si fa sfuggire la nuova possibilità che gli viene data con American Graffiti, e fa bene: il film ottiene un successo clamoroso di critica e pubblico, guadagnando nei soli Stati Uniti 55 milioni di dollari e ottenendo un Golden Globe e cinque nominations agli Oscar.
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