
Ma forse le altre incursioni più significative nei territori nucleari, Dick le scrive nella storia della fantascienza con Tempo fuori luogo (1959, noto con una miriade di titoli alternativi, come L’uomo dei giochi a premio, Il tempo si è spezzato, Tempo fuor di sesto), La Penultima Verità (1964) e Il cacciatore di androidi (1968, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?). Nel primo, più che di fronte a un vero e proprio dopoguerra, ci troviamo in un eterno presente congelato – come spesso accade in Dick – in pieni anni Cinquanta. Ragle Gumm è un disoccupato donnaiolo che passa le sue giornate a partecipare ai concorsi di un quotidiano, e che improvvisamente comincia a sospettare che il mondo che lo circonda (la provincia americana, la vita domestica, i suoi stessi familiari) non siano altro che fondali e attori di una messinscena costruita a suo uso e consumo. La scoperta finale lo mette di fronte alla prova verificata dei suoi sospetti, ma la realtà riesce a rivelarsi addirittura peggiore dei suoi peggiori incubi: la Terra è infatti in guerra contro le colonie lunari e il gioco a premi che lui periodicamente risolveva per la rivista era in realtà un sofisticato sistema congegnato dalle autorità militari per sfruttare il suo talento e individuare in anticipo i bersagli delle bombe lunari, onde predisporre adeguate contromisure d’intercettazione. Un libro, questo, che per l’ambientazione anticipa film come Dark City di Alex Proyas (1997) o l’acclamato The Truman Show di Peter Weir (1998), e il cui protagonista sembrerebbe aver fornito l’ispirazione nientemeno che a Thomas Pynchon per il Tyrone Slothrop del suo colossale Arcobaleno della Gravità (1973, libro ipertrofico, epocale, enciclopedico e, per questo, memorabile e inevitabilmente apocalittico).
La Penultima Verità ci trasporta invece in un mondo in stato di guerra, ma anche qui la realtà è un’illusione costruita ad hoc dal regime per tenere a freno le pulsioni e le aspirazioni della popolazione. La guerra è in realtà conclusa da tempo e mentre i cittadini-operai delle antiche potenze belligeranti si ammassano in disumani alveari sotterranei, i potenti si sono spartiti il dominio della superficie.

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