Il romanzo di cui parliamo è stato pubblicato nel 1999 ma recentemente ne è stata riproposta la ristampa. L’autore è David Ambrose e il romanzo è intitolato L’uomo che credeva di essere se stesso (The Man Who Turnes into Himself, 1995).
L’autore è nato in Inghilterra, laureato in legge ha abbandonato la carriera legale per diventare scrittore. Oggi lavora per l’Observer, ha scritto e diretto numerosi drammi teatrali, e sceneggiature per il cinema lavorando con miti come Orson Welles, Kirk Douglas, Sharon Stone.
Appare abbastanza particolare che i lavori di questo autore, tutti di sicura appartenenza al genere fantascienza, siano stati pubblicati in una collana dedicata al noir. Infatti anche se nei suoi romanzi si parla di omicidi, morti sospette, indagini e serial killer che a una prima superficiale valutazione sono elementi classici del noir è anche vero però che nelle trame c’è un netto riferimento a precise leggi scientifiche portate a estreme conseguenze. Siamo supportati in questa affermazione dal fatto che tutti i suoi romanzi fino a ora pubblicati sono stati inseriti nel Catalogo Generale della Fantascienza. Ma a parte queste precisazioni possiamo dire che tutti i romanzi di David Ambrose sono puro divertimento con colpi di scena e interrogativi che tengono ben desta l’attenzione del lettore
Nel presente romanzo si parte da una situazione apparentemente normalissima: il protagonista però improvvisamente ha la sua vita sconvolta, tutto, ma proprio tutto cambia, la vita che credeva di avere e soprattutto l'uomo che credeva di essere in realtà sembrano non esistere più. Non ha più un figlio, non si chiama più Rick ma Richard, pensava di essere un editore e invece è un agente immobiliare. Tutti, moglie compresa cercano di convincerlo che è così, ma qualcosa dentro di se lo porta ad indagare in segreto per scoprire che...
Dalla quarta di copertina: Rick ha una posizione invidiabile nella vita: una moglie di cui è innamorato, un figlio che adora, un lavoro costruito dal nulla. Sembra tutto perfetto quando, durante un importante incontro di lavoro, ha la premonizione di un pericolo incombente, si precipita freneticamente verso casa, ma rimane bloccato da uno spaventoso incidente al centro del quale c’è l’auto della moglie Anna.
Prima di perdere i sensi vede che stanno estraendo dalla carcassa suo figlio, vivo per miracolo. Quando rinviene è all’ospedale e Anne è al suo fianco.
La sua prima domanda è “Dov’è nostro figlio?"
“Ma come, Richard, noi non abbiamo figli” risponde la moglie.
E comincia così l’incubo di Rick: tutte le persone a lui più vicine, sua moglie, il suo avvocato, i suoi amici si ostinano a sostenere che lui non ha mai avuto figli, arrivando a farlo ricoverare e a fargli dubitare di se stesso, finché non ottiene la conferma che quello che ricorda è tutto vero.
L’uomo che credeva di essere se stesso di David Ambrose (The Man Who Turnes into Himself, 1995), traduzione di Cristina Monari, Meridiano zero, collana Sottozero (i tascabili), pag. 224, euro 7,00.
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