Il 1988 può essere ricordato per molti avvenimenti: l'inizio del dialogo tra Reagan e Gorbaciov, l'elezione di Mitterand, le rivendicazioni di Solidarnosc in Polonia, la mucillaggine che invase le coste dell'Adriatico, le lotte senza quartiere dei Cobas della scuola, il rifiorire della nazionale di calcio agli europei di Germania, e tanto altro ancora. Ma a Hollywood e dintorni quell'anno lo ricordano soprattutto per il primo storico strike, vale a dire sciopero, degli sceneggiatori cinematografici e televisivi. Infatti gli scritti alla potentissima Writers Guild of America (WGA), l'associazione che rappresenta la quasi totalità degli sceneggiatori, decisero allora di bloccare l'utilizzo dei loro script e parecchie serie televisive, tra le quali anche Star Trek: The Next Generation, rischiarono addirittura di non vedere mai la luce. A distanza di quasi vent'anni la situazione rischia ora di ripetersi, mettendo così parecchi serial a rischio di accorciamento della stagione o addirittura di annullamento; tutto questo a meno che la WGA non raggiunga un nuovo accordo con i rappresentanti degli studios.
"Le dichiarazioni pubbliche della WGA sono piuttosto bellicose" ha dichiarato J. Nicholas Counter, presidente della Alliance of Motion Picture and Television Producers, l'associazione dei produttori cinetelevisivi, "e dobbiamo prepararci al peggio." Il che significa che, in mancanza di un accordo, la programmazione dei network è in serio pericolo visto che gli script vengono preparati man mano che la stagione procede, e che i programmi interessati non sono solo le fiction ma anche, ad esempio, i reality. Oggetto principale della contesa è costituito dai diritti che gli autori percepiscono nel caso in cui le loro opere vengano distribuite attraverso canali diversi dal cinema e dalla tv, quali ad esempio internet, cellulari, riproduttori digitali e quant'altro.
Il problema si pose già lo scorso anno, quando Sci Fi Channel decise di trasmettere in anteprima sul web alcuni episodi della terza stagione di Battlestar Galactica, i cosiddetti Webisodes. Altri network seguirono l'esempio. I rappresentanti degli autori andarono allora a spulciare i contratti e scoprirono così di non avere diritto ad alcun compenso aggiuntivo, in quanto tali trasmissioni venivano considerate una semplice estensione dei contratti in essere. La WGA tentò una prima azione di rivendicazione arrivando addirittura a minacciare il blocco dell'intero progetto Webisodes, senza però ottenere risultati significativi.
Si arriva così all'attuale minaccia di sciopero, i cui effetti si riverserebbero a cascata sull'intera macchina produttiva. Stando a quanto dichiara Steven Bochco, produttore di numerosi serial come ad esempio NYPD BLue, il problema non sta tanto nell'utilizzo delle nuove tecnologie ma nella visione contrattuale delle stesse da parte della WGA, ovviamente attenta a non farsi scavalcare dall'impetuoso progresso tecnologico. L'intenzione della WGA sarebbe pertanto quella di rivedere la formula finora utilizzata dell'accordo decennale, considerata troppo "fragile" rispetto alla velocità di sviluppo delle nuove tecnologie, a favore di un più flessibile accordo triennale con sostanziosa revisione al rialzo dei diritti.
L'accordo in vigore scade il prossimo 31 ottobre, e la richiesta di rinviare le trattative a gennaio è stata respinta al mittente. Nel frattempo, davanti alla minaccia i network sono costretti a buttare per aria la programmazione, in alcuni casi anticipando la produzione degli show con evidente compressione dei tempi a scapito della qualità e dei costi, dall'altra rinviando altre produzioni direttamente al prossimo anno, con i relativi mancati introiti. Come tutte le associazioni sindacali sanno, anche nel nostro paese, spesso l'annuncio di uno sciopero provoca anche più danni dello sciopero stesso. Senza entrare nel merito delle rivendicazioni, che possono essere giustificate, rimane il rischio che le potenzialità della tecnologia vengano limitate da aspetti contrattuali che andrebbero a pesare poi sull'utente finale, l'unico dell'intera vicenda ad essere senza alcuna colpa.
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