La definizione inserita come sottotitolo nella edizione italiana: “Un romanzo molto strano” è perfetta nell’indicare l’opera di un autore che viene tradotto per la prima volta in Italia: David Ohle. La Isbn Edizioni ha appunto recentemente inviato in libreria il suo secondo romanzo dal titolo L’era di Sinatra, che in una recensione viene definito “un romanzo per stomaci forti”.

Precisiamo che su questo autore le notizie sono abbastanza scarne: è nato nel 1941, insegna scrittura creativa e sceneggiatura all’Università del Kansas, è stato amico (forse segretario) di William S. Burroughs e ha scritto solo due romanzi: Motorman nel 1972 ed il presente romanzo che ne è il seguito, scritto dopo oltre trent’anni.

Motorman fu pubblicato da una piccola casa editrice ora fallita e il romanzo anche negli Usa era praticamente un introvabile oggetto di culto tra quei pochi che avevano avuto la fortuna di leggerlo e/o di possederlo.

E’ difficile descrivere il mondo dove vive il protagonista di entrambi i romanzi: Moldenke, un mondo veramente strano e pazzesco. Ne riportiamo alcune righe tratte dalle pagine iniziali:

"...Udo, il barista tedesco dal viso tondeggiante, servì a Moldeke un boccale di malzio fermentato, un vasetto di fosfato in polvere, una ciotola di fungu a cubetti e una matassa di pelo da rollare.

- Marca Tricofin, Moldenke. La migliore. A proposito, che gliene pare della mano? Mica male, eh? - La mano in questione era cadaverica, azzurrognola e formata da soli pollici, con le unghie parzialmente estirpate che trasudavano pus dalla carne viva.

- Non male. Chi gliel’ha fatta?

- Il dottor Ferry, a Nuova Oleo. Le capitasse di passare da quelle parti, faccia un salto da lui. Ha un aspetto così banale. Dovrebbe proprio farsi qualcosa. Quelle orecchie così piccole, per esempio. Non le piacerebbe averle più grosse? Diverse? Magari di maiale francese? Sa, Ferry è specializzato in maiali. -  Moldenke sfilò una presina di pelo dalla matassa e la annusò. - Mi deformerò quando ci sarà una legge che lo impone.

Udo si asciugò con il grembiule il sangue che gli colava da uno dei pollici. - Mio zio se l’è fatte. Adesso ha un’aria molto più affilata, aerodinamica. Sta accarezzando l’idea di un terzo occhio.

Moldenke indicò il cerchio di cicatrici puntiformi che aveva intorno alla bocca. - Io con aghi e bisturi non vado molto d’accordo. A dieci anni mia madre mi ha cucito le labbra con del filo nero spesso, perché avevo sputato sul suo gelsomino notturno. Non sono riuscito a mangiare, ne a bere, né a parlare per tre giorni, finché il mio defunto ma magnanimo padre non ha tagliato il filo con le forbici. -  Si aprì la cerniera sui davanti della tuta. - E questa brutta cicatrice a croce che va da un capezzolo all’altro e dal collo all’ombelico... mi hanno tolto un polmone e messo quattro cuori di pecora. Il mio stava perdendo colpi.

- Caspita. Comunque la deformazione per scelta è tutta un’altra cosa. È diversa, dà una sensazione diversa. Lo ammetta, questa è una mano coi controfiocchi. Un pezzo unico. Un argomento di conversazione. Adesso mi sto facendo fare un guanto speciale.

- Glielo do io un argomento di conversazione, Udo. Questo malzio puzza. È fresco?

- Ma certo. È il primo boccale che spillo.

- Lo ha fatto bollire per uccidere la tubularia?

- Per un’ora.

- E la shigella?

- Non può essere sopravvissuto niente. Niente. Ma se proprio vuole stare tranquillo, ci metta tanto fosfato."

Molto interessante e utile al lettore per capire meglio il mondo descritto da David Ohle è l’introduzione di Mario Bonaldi. Inoltre alla fine del volume è riportata una recente intervista fatta all’autore.

Dalla quarta di copertina: Moldenke ha quattro cuori di pecora, ma iniziano a perdere colpi. Da bambino, per farlo tacere, sua mamma gli cuciva la bocca con ago e filo. Da allora tutto è cambiato: ci si trapianta per bellezza orecchie da maiale e si mangia dal corpo di strane creature. Un dittatore comico e terribile punisce innocenti e colpevoli, perché il crimine è un fallimento collettivo.

La realtà di David Ohle fa pensare a Kafka, a Beckett, a Dick. Ma è lontana anni luce da qualsiasi cosa abbiate mai letto.

L’era di Sinatra  di  David Ohle (The Age of Sinatra, 2004), traduzione di Matteo Colombo, Isbn Edizioni, collana I Libri di Isbn, pag, 253, euro 14,50.