Le origini della CIA e le operazioni del suo antesignano, il servizio segreto americano all'estero durante la Secoda Guerra Mondiale (O.S.S.), sono esplorate da Robert De Niro in qualità di regista attraverso un film elegante ed intenso che, però, sembra mancare di un'anima.
Nonostante la storia del protagonista Edward Wilson sia interpretata da un glaciale ed estremamente convincente Matt Damon a The Good Shepherd - L'Ombra del Potere manca ancora qualcosa.
Pur essendo un thriller di pregevole fattura, il film non assurge all'ambizione di risultare interessante anche dal punto di vista personale ed umano, scivolando su una serie sconcertante di banalità che rendono l'elemento privato molto meno interessante rispetto a quello pubblico della storia, dove, però, manca una riflessione politica strutturata e bilanciata.
La pellicola inizia nel 1939 quando, ancora universitario, Wilson viene scelto per entrare a far parte della società segreta degli Skull and Bones, una sorta di confraternita di stampo massonico di rampolli di famiglie dalle solide fortune e dalla incrollabile fiducia nei valori fondanti dell'America. In virtù della sua buona fede, della sua reputazione immacolata e della sua disponibilità, durante la Seconda Guerra Mondiale Wilson viene assunto presso l'Ufficio Servizi Strategici (OSS), antesignano della CIA. Il suo idealismo viene lentamente eroso dalla sua natura sempre più sospettosa, che rispecchia un mondo che sta per entrare nella decennale paranoia della Guerra Fredda. La sua devozione verso il suo paese comincia ad esigere un prezzo troppo alto, ma né le preoccupazioni crescenti della moglie Margaret (Jolie), né il suo adorato figlio riusciranno ad allontanarlo da una strada che lo porterà a sacrificare tutto quello che ha per il suo lavoro.
Questa in sintesi la trama di un film lunghissimo (troppo) che per due ore e quaranta scalfisce la psicologia di Wilson per esplorarne e raccontarne le reazioni davanti un mondo di segreti e bugie dove nessuno può davvero fidarsi di nessuno.
Il problema principale di The Good Shepherd - L'Ombra del Potere è che se la parte di natura storica funziona e - in qualche maniera - racconta bene come thriller il disastro della fallita invasione di Cuba e della baia dei porci nel 1961, la parte privata della vita di Wilson segue un andamento decisamente troppo meccanico.
Angelina Jolie non 'funziona' nonostante la sua bellezza nei panni della moglie insoddisfatta di un uomo assente emotivamente e fisicamente dalla sua vita.
Tantomeno sembra sensato il personaggio del figlio di Wilson con cui il padre non è in grado di costruire un rapporto sincero e che - alla fine - diventa un peso per lui.
In una pellicola dove tutte le donne restano incinte al primo o al secondo colpo determinando le scelte di uomini altrimenti sprezzanti di tutto il resto, la sfera del privato sembra costruita a tavolino rispetto a quella di un elemento pubblico, invece, insidiosa e carica di situazioni intriganti e interessanti.
The Good Shepherd - L'Ombra del Potere fonda la sua forza sull'interpretazione di Damon e sulla regia di De Niro che sembra tirare fuori il meglio da ciascuno dei suoi attori, nonostante la sceneggiatura - a differenza di quello che si dice - non sia perfetta e - alla fine - non lasci gli spettatori né sorpresi, né tantomeno carichi di sentimenti buoni o cattivi che siano nei confronti della CIA. Dell'agenzia responsabile di avere creato 'moloch' come Noriega, Pinochet, Bin Laden e Saddam non si ha una visione completa e - in fondo - si tende ad offrirne un'immagine parziale, vagamente assolutoria.
Stranamente, il film che pure ha momenti altissimi come il dialogo tra il personaggio di De Niro e quello di Matt Damon sui rischi della democrazia e sul suo valore, oppure come il confronto serratissimo tra Wilson e un mafioso interpretato da un redivivo Joe Pesci, opta per una narrazione dei fatti senza andare a scandagliare nel valore politico e sociale di alcune scelte esecrabili e fortemente condannabili portate avanti dalla CIA nel corso dei primi anni della sua vita. In questo senso l'ambizione del suo regista Robert De Niro di fare di The Good Shepherd - L'Ombra del Potere il primo capitolo di una trilogia sulla storia della CIA sembra qualcosa da condividerre in quanto, così come è, il film risulta essere prevedibile e incompleto, nonostante Wilson assomigli molto a quegli agenti segreti creati da John Le Carré, dalla profonda umanità, intelligenza e disperazione.
Un film interessante, ma - al tempo stesso - non riuscito non per mancanza di talento o possibilità, ma perché la storia, alla fine, manca di un equilibrio tra l'elemento personale e le suggestioni di una storia letale e seducente come quella della Guerra Fredda.
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