La porta successiva a cui bussa Thompson nel 1990 è la Warner Bros. Thompson ha molti contatti, tra cui il presidente della Warner Brothers Domestic Television Distribution, Dick Robertson, che ha anche un’ottima considerazione di Douglas Netter e sta cercando uno show di fantascienza da produrre per diversificare l’offerta e arrivare alla fascia del pubblico giovane. Robertson, convinto della bontà del prodotto, inizia a contattare le società che avrebbero potuto co-finanziare le spese di produzione, tra le quali all’inizio c’è anche una televisione italiana. Quando la lista di possibili finanziatori, che includeva la Mitsubishi e la rete tedesca NDR sembra completata, arriva la notizia che la Warner sta lanciando negli USA il PTEN (Prime Time Entertainment Network), una rete di un centinaio di emittenti locali con a capo la United Television. Questa notizia convince Thompson a lasciar perdere gli accordi internazionali, in quanto il PTEN avrebbe fornito un notevole bacino d’utenza in cui distribuire Babylon 5.
Da ultimo, la produzione è fermamente intenzionata a realizzare gli effetti visivi in un modo completamente innovativo. Fino a quel momento è largamente diffusa la tecnica di comporre varie riprese di modellini, fondali e maschere, rendendo necessarie per alcune scene anche otto riprese singole da assemblare in un’unica ripresa. Il tutto è realizzato in molto tempo e con apparecchiature assai costose. Se questa tecnica è accettabile per produzioni cinematografiche come Guerre Stellari, è totalmente inadatta per una serie di telefilm che si propone di non sforare un budget ben preciso. L’avvento delle immagini generate al computer (Computer Generated Imaging o CGI) può consentire alla produzione notevoli risparmi nelle scene “esterne” ambientate nello spazio, in quanto non sono necessarie lunghe e laboriose riprese di modellini costruiti da artigiani che richiedono molte ore di lavoro. Un altro vantaggio delle immagini generate al computer è la vera tridimensionalità delle scene: non è necessario sostenere i modellini con sistemi meccanici, quindi la camera può ruotare tutt’attorno all’astronave senza l’intralcio di fermarsi prima di inquadrare il sostegno o di cozzare contro i fili che reggono il modellino. Il problema è trovare un sistema adatto a basso costo che possa generare sequenze di qualità televisiva (quindi con una risoluzione relativamente bassa rispetto a quella necessaria per i film). Per convincere possibili finanziatori è necessario creare una sequenza animata valida e capace di dimostrare la fattibilità del progetto. Per questo difficile compito venne interpellato Ron Thornton, che in quel periodo sta provando il software Lightwave 3D di Alan Hastings su un computer Commodore Amiga 1000. Così Straczynski e i produttori presentano al gruppo dei manager della Warner un filmato di trenta secondi realizzato con quella tecnologia. Quella piccola demo è sufficiente e nel 1991 viene deciso di commissionare solamente l’episodio pilota in un formato film TV, anziché un’intera stagione di 22 episodi, per verificare l’attendibilità delle promesse della produzione.Le promesse fatte vengono pienamente rispettate: dopo cinque anni da quando Straczynski ha elaborato il progetto di Babylon 5, nel 1992 The Gathering venne prodotto nei tempi stabiliti e non sfora il budget assegnato, inferiore ai due milioni di dollari (il pilot di Deep Space Nine costa cinque volte tanto).
La leggenda di Babylon 5 ha così inizio...
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