Che cosa farete oggi all'una, 59 minuti e 26 secondi? Se nel momento in cui leggerete quest'articolo per molti di voi quell'ora sarà già trascorsa, non spaventatevi, la domanda si traduce in cosa farete alle 15, 9 minuti e 26 secondi di questo 14 marzo... Niente di particolare, niente almeno che possa distinguere quel momento dagli altri istanti - generalmente tutti uguali - che si accumulano nelle vostre giornate, tra studio, lavoro e il restante - tipicamente poco - tempo libero. E non esiste ragione per cui quel momento debba essere diverso oggi, anche se un po' di suggestione numerica potrebbe regalarvi una spruzzata di brio cosmico per vedere un istante qualsiasi di un giorno come tanti sotto una nuova luce. Oggi, ricordavamo sopra, è il 14 marzo (3-14, secondo la datazione adottata nel mondo anglosassone) e il numero così composto dalla data e dall'ora e dai minuti diventa: 3,1415926, ovvero l'approssimazione alla settima cifra decimale del famigerato pi greco (π).
Vedo già i più sensibili di voi storcere il muso in un'espressione di disgusto, memori di anni e anni di geometrici supplizi scolastici, fatiche matematiche alla caccia della quadratura del cerchio: quella sufficienza tanto agognata che a fine anno avrebbe dovuto ripagare di tante fatiche sui libri di scuola. Ed è normale che sia così, anche se il pi greco non lo merita, in virtù di quella storia segreta che a nessuno studente è mai stata rivelata dai suoi professori. Ci è stato ripetuto fino alla nausea che il suo valore è il rapporto tra la circonferenza di un cerchio e il suo diametro, e infatti la lettera che notoriamente è usata per indicarlo (π appunto) è l'iniziale della parola greca περιμετροσ (perimetros), entrata nell'uso comune grazie al grande matematico tedesco Eulero. Non è tanto questione di cattivi maestri, qui, quanto piuttosto di un culto sotterraneo che nell'era di internet è esploso e si è diffuso a macchia d'olio seguendo le direttrici neurali della rete, lungo i sentieri battuti dai suoi pionieri, che non di rado sono appassionati informatici con l'hobby della matematica.
Sorvoliamo pindaricamente sulle proprietà di questo numero magico: irrazionale (cioè non riconducibile al quoziente di due interi, ovvero composto da una successione infinita e irregolare di cifre decimali) e trascendente (vale a dire che non può essere ricavato come radice di un qualsiasi polinomio algebrico, il che implica l'impossibilità di "quadrare il cerchio", cioé costruire graficamente un quadrato avente la stessa area di un cerchio dato). E passiamo oltre senza soffermarci anche sul progressivo raffinamento delle approssimazioni tentate dai matematici,
Pur essendo una costante matematica, ovvero non determinata da nessuna particolarità fisica, il pi greco entra però in gioco un numero incalcolabile di volte nella nostra comprensione della natura. Per esempio, con la costante di Planck (questa sì, una costante fisica) rientra nel principio di indeterminazione formulato dal fisico tedesco Werner Heisenberg nel 1927, un risultato importantissimo per la meccanica quantistica che sancisce l'impossibilità di conoscere simultaneamente e con precisione arbitraria la posizione e la velocità di un dato oggetto: una verità che comincia a diventare significativa man mano che si scende verso la scala degli atomi e delle particelle, dove la precisione delle nostre misurazioni comincia a diventare confrontabile con le dimensioni dell'oggetto sotto misura. Dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande: il pi greco gioca un ruolo fondamentale anche nella determinazione delle costanti fondamentali della forza elettrostatica e di quella magnetostatica (legge di Coulomb e permeabilità magnetica dello spazio) come pure nella costante cosmologica. Bizzarra - per inciso - la storia di quest'ultima: introdotta da Albert Einstein (di cui oggi ricorre anche l'anniversario della nascita) nelle sue equazioni di campo per far tornare i conti con la sua convinzione di un universo stazionario, soppiantata dalla scoperta del red-shift da parte di Edwin Hubble, considerata la prova indiretta di un universo in espansione, e tornata recentemente alla ribalta a seguito della "scoperta" che l'espansione del cosmo non procede a velocità costante, ma anzi, dalle misure sulle galassie più lontane da noi, pare che stia addirittura accelerando...
L'incanto del pi greco ha affascinato generazioni di matematici, autori e artisti. La solista inglese Kate Bush gli ha addirittura dedicato una canzone, inclusa nell'album del 2005 Aerial, in cui canta il numero fino alla sua 137sima cifra decimale, con un buco misterioso tra la 79sima e la 100esima. Ma il culto di questo numero magico e fantascientifico si fa apocrifo nell'era dell'informatizzazione, finendo addirittura ad ambire per
Poe, E.
Near a Raven
Midnights so dreary, tired and weary.
Silently pondering volumes extolling all by-now obsolete lore.
During my rather long nap - the weirdest tap!
An ominous vibrating sound disturbing my chamber's antedoor.
"This", I whispered quietly, "I ignore".
Per chi volesse approfondire la conoscenza del poema, sul sito di Keith è
possibile leggerlo per intero: users.aol.com/s6sj7gt/mikerav.htm. Un tentativo precedente, e meno noto, si deve a Joseph Shipley, che nel 1960 fu autore di questa strofa:
But a time I spent wandering in bloomy night;
Yon tower, tinkling chimewise, loftily opportune.
Out, up, and together came sudden to Sunday rite,
The one solemnly off to correct plenilune.
Gli amanti della lingua italiana dovranno più modestamente accontentarsi delle prime 14 cifre, codificate nel verso/stringa: "Tre imperfettibile è degno archetipo di quella serie che svela, volgendo circolare, mirabil relazione", che fornisce comunque un'approssimazione sufficiente per i non specialisti. Felice Giorno del Pi Greco a tutti!
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