Siamo al secondo romanzo di Frederik Pohl per la collana Odissea Fantascienza, e dopo le vicende venusiane raccontate ne Il segreto dei Donovan è la volta di una storia futura, che potrebbe essere non troppo lontana, dove la rovina del nostro pianeta è a buon punto.
L'insidia del Glotch è infatti una storia di guerra, forse più (sinistramente) attuale adesso di quando è stata scritta.
Il romanzo inizia in un futuro prossimo, dove la telepatia è stata riconosciuta reale ma anche dove è in corso una guerra non dichiarata tra una chiesa militante, la religione Caodai, e quel che resta delle Nazioni Unite.
Il protagonista della storia è un ufficiale della marina statunitense, Logan Miller, che viene inserito in un esperimento molto particolare e del tutto non ortodosso.
Il "Progetto Mako" intende studiare a fondo il linguaggio degli animali, e permettere di comunicare con diverse specie, in modo da poterle controllare e impiegare a scopi bellici.
La natura di un tale progetto la dice lunga sulla disperazione che sta serpeggiando tra l'alleanza che si contrappone ai Caodai.
Le Nazioni Unite, in pratica le nazioni delle Americhe, sono infatti strette tra le difficoltà belliche e la minaccia di un'arma segreta nemica, il "Glotch", qualcosa, non si sa se malattia o altro, che uccide apparentemente a caso e in pochi secondi, lasciando cadaveri orrendamente ustionati.
Solo tratto comune tra le vittime l'essere telepati o comunque essere stati sensibilizzati per una trasmissione telepatica.
Miller e Semion Timiyazev, un russo in esilio che combatte per l'alleanza dopo la distruzione del suo paese, riescono nello scopo di portare in missione un mezzo condotto in massima parte da animali, in una missione che si rivelerà incredibilmente importante per fermare il sinistro bagliore delle esplosioni atomiche, sinistro avviso che la guerra fredda si sta scaldando.
Con la consueta abilità Pohl riesce a delineare un quadro credibile, forse anche troppo, e particolareggiato di questo mondo futuro senza appesantire il romanzo con spiegazioni noiose, l'affresco viene tratteggiato quasi con noncuranza e indubbia efficacia.
Rispetto alla storia narrata in Il segreto dei Donovan è evidente una maturazione sia nello stile che nella capacità di allargare l'orizzonte del romanzo, non si tratta di una delle opere migliori di Pohl, tuttavia si tratta di un'opera di alto livello, con tematiche tutt'altro che banali, intriganti anche se non svolte completamente.
Le idee che reggono il romanzo sono classiche della fantascienza, come la telepatia, o fatti reali spinti appena un po' oltre, come gli esperimenti condotti dalla marina degli Stati Uniti con animali, uniti a un ritmo e a uno stile ad alto livello.
Un piccolo appunto va tuttavia fatto alla scelta del titolo, secondo me quello dell'edizione di Urania, Le navi di Pavlov, era superiore a quello scelto per odissea (e anche all'originale Slave ship, a volerla dire tutta), e anche copertina e quarta di copertina non sono il massimo.
Pregevole, al contrario, la presenza di una nota finale dell'autore e la prefazione di Salvatore Proietti, dalla quale riporto il link al sito ufficiale dei Caodai: www.caodai.org.
Vi invito caldamente a leggere prima il romanzo, per non rovinarvi il piacere della sorpresa finale, dato che nella prefazione viene svelato un particolare fondamentale.
In definitiva L'insidia del Glotch si presenta come un ottimo prodotto con una confezione non all'altezza, ma che merita di essere letto.
Fredrick Pohl è uno dei più importanti autori di fantascienza di tutti i tempi, nato a New York nel 1919 già nel 1940 è attivo prima come fans, poi come scrittore, agente letterario e direttore di riviste.
Ha scritto diversi romanzi sia in collaborazione (I mercanti dello spazio e Frugate il cielo con Cyril Kornbluth, Le scogliere dello spazio con Jack Williamson) che da solo (Jem, La porta dell'infinito, Uomo più, La fine dell'arcobaleno), oltre a numerosi racconti (Il morbo di Mida, Il tunnel sotto il mondo, Squadra censimento), emergendo dapprima come autore di punta della fantascienza sociologica.
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