E' una serie curiosa, Life on Mars, una sorta di incrocio ibrido tra un poliziesco anni settanta e Ritorno al Futuro. Ma funziona alla grande, a quanto pare: la prima stagione, i cui otto episodi sono andati in onda da gennaio a febbraio 2006, ha infatti avuto circa sette milioni di spettatori per puntata, con uno share variabile dal 24% al 28% del finale di stagione.
Creata dagli autori Tony Jordan, Matthew Graham e Ashley Pharoah, Life on Mars racconta le avventure di Sam Tyler, detective della polizia di Manchester di oggi (interpretato da John Simm), che si ritrova inspiegabilmente nel 1973. Ha veramente viaggiato indietro nel tempo? Oppure è impazzito? O magari è in coma, ed è tutto un sogno? Le risposte arriveranno, finalmente, in questa seconda e ultima stagione, che ha preso il via sulla BBC il 13 di febbraio.
E intanto si inizia a parlare di una serie spin-off intitolata (ovviamente) Ashes to Ashes, che dovrebbe essere ambientata negli anni Ottanta e avere come protagonista lo stesso capo ispettore Gene Hunt (Philip Glenister), il poliziotto rude e violento ma a suo modo simpatico che è diventato il personaggio-icona della serie madre.
Per John Simm, invece, si prospetta un ruolo importante in una delle serie britanniche più cult di tutti i tempi, Doctor Who. Secondo un'indiscrezione pubblicata da The Sun il 30 gennaio e ripresa in un'intervista all'attore pubblicata dall'Independent in questi giorni, Simm sarebbe stato scritturato per il ruolo di The Master, l'arcinemico storico del Dottore.
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