a cura di Roberto Genovesi

Scrittore, sceneggiatore di fumetti, designer di videogiochi e giochi di ruolo e giornalista si dice che riesca anche a trovare il tempo, qualche volta ma non tutti i giorni, per dormire e mangiare. Ma forse sono solo leggende.

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RIFLESSI DIGITALI

La fantascienza è stata protagonista di tanti strumenti di comunicazione multimediale. Dai libri ai fumetti, dalle pellicola alle videocassette ai monitor dei computer. Oggi molta fantascienza invece di viaggiare su carta o pellicola ci raggiunge su strani dischetti di plastica dai riflessi iridati, capaci di contenere immagini e suoni di una qualità inaudita: i DVD e i CD-rom dei videogiochi e dei titoli multimediali.

Il futuro della fantascienza va cercato sui monitor dei computer? Come slogan è un po' troppo lapidario ma giornalisticamente efficace. Ne ho parlato spesso in occasione di recenti tavole rotonde, ne parlo quasi quotidianamente durante le lezioni del corso di tecnica di realizzazione di fiction multimediale alla Scuola Romana dei Fumetti della Capitale. Il romanzo di fantascienza, ma più in generale il romanzo di narrativa fantastica ove inserito all'interno di un contesto di genere, è agonizzante e sempre più spesso gli scrittori si vedono costretti a cambiare lavoro, o meglio, a cambiare strumenti di lavoro. Alle volte questi cambiamenti possono perfino essere piuttosto redditizi e allora scopriamo che gran parte delle grandi firme della science fiction ma anche del gotico moderno hanno lasciato il settore editoriale per dedicarsi a quello multimediale firmando contratti miliardari per la realizzazione di plot, trattamenti o sceneggiature per nuovi videogiochi di prossima pubblicazione.

Uno dei casi più eclatanti è sicuramente quello di Clive Barker, per i detrattori l'allievo di Stephen King, per gli estimatori il suo rivale numero uno. Il problematico e controverso scrittore inglese si è già cimentato più volte nell'agone di Hollywood e dintorni ma è di poco tempo fa la notizia di un suo avvicinamento all'universo dei fumetti. Il buon Clive ha infatti firmato un contratto da parecchi milioni di dollari con la Walt Disney per mettere a disposizione della major americana del cartooning un intero universo con tanto di caratteristiche geomorfologiche e comparse da utilizzare in una futura serie dedicata alle star create da zio Walt. Ma c'è di più. Non pago dell'aver varcato con risultati più che redditizi il confine tra editoria del fantastico e fantastico in celluloide, non pago di aver convinto una buona fetta di fan di essere anche un grande pittore (gli è andata bene soprattutto in America ma lì sappiamo che di solito "bevono" di tutto: vedi episodio della Fontana di Trevi con Totò, n.d.r.), Barker ha deciso di fare qualche soldo anche nel mondo dei videogiochi realizzando la storia di Undying, videogame di prossima uscita in Usa per Electronic Arts e che vedrà presto la sua versione italiana nei nostri negozi specializzati a cura della C.T.O.

Siamo in Irlanda negli anni del proibizionismo e il protagonista della storia è una sorta di Indiana Jones appassionato di occultismo. Nulla di nuovo sotto il sole insomma: una storia del genere l'avrebbe potuta scrivere anche mio figlio di 7 anni ma il nome di Barker "tira" e questa è una scusa sufficiente per fare apparire la sua firma sulla scatola del videogioco. Di scrittori "riciclati'' (il riferimento a termini politici visto che siamo sotto elezioni è puramente causale) dalla carta stampata al cd-rom ce ne sono molti e Barker è solo il primo della lista e forse anche non il più famoso. Tralasciando per un momento la lunga lista di racconti e romanzi di narrativa fantastica diventati plot per videogiochi mi soffermerei infatti solo sulle storie scritte dagli autori del nostro genere preferito appositamente per i monitor del pc e delle PlayStation. Le sorprese non mancano. A partire da Robert Sheckley che mi ha candidamente confessato tempo fa in quel di Piacenza di aver messo mano ad una storia commissionatagli proprio da una ditta di videogiochi. Alle sue spalle troviamo anche Paulo Coelho che con La leggenda del profeta e dell'assassino è al suo secondo videogame dopo Pilgrim uscito nel 1998.

In questo guazzabuglio di opportunisti non poteva mancare la Meretrice di Babilonia. Michael Crichton ha addirittura fondato una casa produttrice di videogiochi il cui nome, Timeline, è ispirato al suo ultimo, disastroso romanzo. Di ben più alto livello è la produzione della ormai avviatissima Red Storm che, naturalmente, fa capo a Tom Clancy ma in questo caso usciamo un po' fuori dal percorso sf.

In generale, per concludere, i videogiochi tratti da storie di fantascienza, fantasy o horror non sono mai stati dei gran capolavori ed è forse per questo che Stephen King si ostina ancora oggi, nonostante le succulente offerte, a rifiutare la cessione dei diritti dei suoi più famosi racconti. Ma anche videogiochi originali firmati dai grandi nomi del fantastico internazionale non hanno avuto sorte migliore. La verità è che, probabilmente, non basta prendere uno scrittore, anche se famoso, e metterlo davanti ad un monitor per farlo diventare un valido gamedesigner così come sarebbe forse difficile anche l'operazione contraria anche se meno impossibile della prima: è questione di diversità di linguaggi, ritmi e regole narrative, aspettativa di pubblico, conoscenza di target e tanto altro ancora. Se invece di cercare gloria tra i chip, gli scrittori di narrativa fantastica delle vecchie generazioni si rimettessero al tavolino per inventare trame originali e accattivanti magari l'editoria del fantastico oggi non si troverebbe nella crisi in cui versa e qualche gamedesigner in gamba potrebbe magari trasformare queste storie anche in validi videogiochi. Ma pensare di saper far tutto...


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