Nero Wolfe avrebbe detto: "Soddisfacente!" E con questo potremmo chiudere la recensione del libro.
Partiamo dal formato agevole che non deve far pensare ad un "bignamino" del cinema di fantascienza, ma a un manuale in cui parole e immagini sono legate dalla passione per il cinema.
Si parte con la sezione sulle Parole Chiave dove non può mancare l'enigmatica "Klaatu Barada Nikto", per lasciarsi sorprendere dai Protagonisti dove accanto a Spielberg ci sono Wells e Dick, si attraversano poi Dieci Capolavori per dieci registi (Metropolis, Ultimatum alla Terra, L'Invasione degli Ultracorpi, La Cosa da un Altro Mondo, 2001: Odissea nello spazio, Guerre Stellari, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, Blade Runner, Essi Vivono e Mars Attacks!) dove ogni film è esaminato in 24 fotogrammi e finalmente si arriva alla sezione dei Film suddivisi per anno, dal 1924 al 2006, da Aelita (film russo del 1924) a X Men 3.
E in tutto l'autore opera una scelta, quella di un opera che sia emblematica. E' ovvio che l'atto della scelta rappresenta in se stesso uno schieramento, un giudizio che può essere condivisibile oppure opinabile ma che va sempre rispettato anche perchè Angelo Moscariello non è certo l'ultimo arrivato nel campo della saggistica cinematografica (i suoi saggi su Chabrol o su come si gira o si guarda un film sono libri da tenere vicino ai DVD) ma soprattutto perchè dalle pagine del Dizionario traspare l'amore per il genere della fantascienza e per i suoi "topos" fondamentali, un amore che pone l'autore tra i veri appassionati e non nella folta schiera di critici ignoranti che purtroppo affollano le pagine dei giornali, costretti a misurarsi (per il fenomeno della preponderanza al botteghino) con un genere di cui capiscono poco o nulla.
Basta guardare, ad esempio, il capitolo su Mutanti e Mutazioni per vedere come si può partire da D'Annunzio per finire a Wolverine mantenendo una coerenza di pensiero e un eleganza di linguaggio che rendono il libro una guida stimolante e ottima per riaffermare (se ce ne fosse ancora bisogno) che il cinema di fantascienza non è mai stato di serie B.
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