Leggendo Hyperia mi sono chiesto quale possa essere il ruolo della donna nel futuro. Tu che ne pensi?
Nel mio caso ho una formazione particolare, ho letto molto materiale nordamericano, ma tradotto da spagnoli e argentini in edizioni economiche, nelle quali, quando non si trovava un sinonimo accettabile, mettevano qualcosa del dialetto locale (astronauti intergalattici che dicevano "Siete dei gilipollas" (N.d.T. gilipollas può essere tradotto con "idioti, stupidi", ma in un’accezione particolarmente volgare) o extraterrestri che sorprendendosi dicevano "Che Guaina!" e non si riferivano a nessuna guaina extraterrestre ma a un argentinismo), per tanto la mia prosa è abbastanza singolare. Gli Stati Uniti sono un sogno che invade il mio paese, il sogno americano, ma anche la Pax amerikana; scaricano i loro rifiuti industriali nei deserti messicani, progettano un muro tipo Berlino, offrono la cittadinanza a chi combatte nelle loro guerre, ma è anche il luogo dove si sta svolgendo la più lenta invasione della storia, dove si celebrano con più allegria le feste native messicane (il 5 maggio, per esempio).Letterariamente, non c’è mai stata una Mecca (penso, sbagliando, di sicuro, che la Francia lo sia ancora. Montmartre, se potete crederci).Essere profeti rende poco (il tipo dell’Apocalisse non chiede diritti, nonostante il suo libro sia citato ogni cinque minuti). Non so quale sarà il suo ruolo, ma ci sono segni preoccupanti.Ho provato a scrivere una storia sugli assassinii di Juárez (l’eccidio di massa di donne di molti anni fa) e in quel caso tutto si basava sull’assunzione di operai. Le donne sopportavano meglio lo sfruttamento e perciò le preferivano all’atto dell’assunzione. Gli uomini si risentivano per questo fatto, le loro donne avevano quel misero salario, mentre loro no.Credevano che le donne togliessero loro delle opportunità. I matrimoni soffrivano perché lei era più vincente di lui e si trasformava in capo famiglia. Il ruolo tradizionale cominciava a venir meno. Tutto era diverso da come si era sempre detto che sarebbe dovuto essere. E la colpevole era in casa. Per le strade. Libera. E non era giusto. E qualcuno doveva pagare. Col sangue. Una morte fu una disgrazia, due anche, ma tre divennero una statistica, quattro un’abitudine, 6 crearono un precedente, 7 un rito, 8 e 9 e 10 e 11 e 12, un obbligo: così si doveva continuare la faccenda con 13 e 14 e 100 e 200. A quel punto mi sono depresso a sufficienza e mi sono detto che il ruolo patriarcale sta cadendo a pezzi e i resti sono abbastanza pericolosi.
Credi anche tu, come molti, al concetto di "singolarità" come ce l'ha proposto Charles Stross, Internet come levatrice di un'improvvisa e drammatica accelerazione nell'evoluzione umana?
Internet è uno strumento. Il catalogo delle ossessioni umane. Un mondo con precipizi e bei paesaggi. Non più intrinsecamente malvagio o buono di un guanto. Come diceva Bradbury, dipende dalla mano che lo indossa.La nozione stessa di umanità è cambiata. Lo ha sempre fatto. Ci sono modelli da seguire, modelli da evitare e modelli che appaiono senza preavviso.Il mondo interno di Internet è interessante.Quando vedevo come si divertivano i tizi di Star Trek nella loro olocamere, l’unica cosa che mi domandavo era: perché escono? Che senso ha conquistare nuovi territori se si può ottenere tutto nel mondo virtuale? Perché sono tanto arretrati tecnologicamente, moralmente, socialmente e perdono tempo facendo discorsi inutili?Allora ho capito, i viaggiatori dell’Enterprise erano i paria del loro mondo. Erano coloro che pensavano che la carne e i sensi fossero la verità, che si dovesse avere concetti inamovibili, istituzioni inalienabili, che accettavano solo meraviglie esistenti e non costruite dai sogni, erano loro che uscivano a cercarsi qualche pianeta là fuori. Erano loro a rifiutare la rete olografica che era il vero mondo fuori dalla Flotta Stellare.E dove voglio stare io? Sul confine, naturalmente. Le cose interessanti stanno sempre nelle aree grigie, ben lontano dalle certezze.È interessante vedere come le nostre certezze di ieri si stiano sgretolando davanti ai nostri occhi.
Il Messico ha in comune con gli USA una lunga frontiera. E quanto ai modelli letterari in campo fantascientifico?
Be’, l’influenza della fantascienza statunitense si nota in tutto il mondo. Uno dice Asimov e chiunque si ricorda chi è. Letterariamente non è più influente di altre correnti. In Messico esiste un’interessante tendenza a non fare generi puri, a non limitarsi agli ingredienti di base.Il Mole Poblano è uno stufato in cui spezie, guajalote (tacchino selvatico messicano), frutta tagliata, cioccolato e tutto il resto aiutano a creare nuovi sapori.In letteratura facciamo cose abbastanza coraggiose.
Fantascienza e mainstream: in Schegge di Futuro abbiamo forse la dimostrazione di come il confine sia labile quando si parla di un buon racconto. Qual è la tua opinione?
Sia che si tratti di mainstream sia che si scriva fantascienza, in Messico ti trattano allo stesso modo: male.Non è possibile vivere con le royalties letterarie in Messico, perciò, perché preoccuparsi di un’etichetta?Io provo a scrivere meglio che posso. Se ci sono extraterrestri, bene, ci saranno. O vampiri. O poliziotti. Insomma, mostri di questo tipo. La fantascienza può essere tanto buona quanto il miglior mainstream? Sì. Il mainstream può essere scritto tanto male quanto il peggior romanzo di fantascienza? C’è più di un esempio.Non importano che le storie. Il meccanismo narrativo deve funzionare.
Cosa hai in programma? Quali sono i miei piani come autore?
Dominare il mondo.Per adesso, il problema è come riuscirci. Uno desidera avere i guadagni, diciamo, di Dan Brown ma essere come John Irving, oppure una celebrità come Charlie Kaufman e essere tanto cool quanto Cortezar, e riservato come Rulfo ed erudito come Borges, prolifico come Dumas e anche essere se stesso.Per lo meno ho raggiunto uno dei miei obbiettivi: sono me stesso. Per il resto: ci sto provando.
(Traduzione di Gianluca Turconi)
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