Divertente e brillante, Una notte al museo e´ un film piacevole, ma - di certo - non esaltante nel suo essere tanto, forse, troppo "scontato" e "meccanico" sotto il profilo narrativo.
La storia e´quella di un padre divorziato che vuole fare di tutto per dimostrare a suo figlio di valere qualcosa e di non essere considerato un perdente, perche ´ cambia continuamente lavoro .
Cosi´accetta suo malgrado il lavoro di custode notturno al Museo di storia di New York. A causa di un´antica maledizione egiziana, pero´, tutto il museo di notte si anima con personaggi di cera e animali impagliati che prendono vita fino all´alba. Aiutato all´inizio, ma poi misteriosamente osteggiato dai tre ex anziani custodi (interpretati da tre grandi star del passato come Dick Van Dyke, Mickey Rooney e Bill Cobbs) il pover´uomo ha il suo bel daffare a tenere bada l´intera variopinta popolazione del museo. Solo con l´aiuto di suo figlio, della statua del presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt (un grande Robin Williams) e di una mummia tutt´altro che inquietante, il padre riuscira´a diventare un eroe per il suo bambino.
Inutile dire che Ben Stiller dimostra ancora una volta tutto il suo enorme talento comico in una situazione fantasy al limite del surreale.
Commedia fin troppo commerciale e - soprattutto nella sua prima parte - poco ´ispirata ´ anche per quello che riguarda le trovate comiche (una caratteristica del cinema del scarsamente talentuoso, ma fortunato regista Shawn Levy) Una notte al museo si riscatta nel finale quando, riecheggiando tanto cinema americano degli anni Quaranta cui il film fa evidente riferimento, il padre e il figlio si trovano insieme a fronteggiare una situazione assurda.
Gradevole e - in ogni caso - da vedere per il suo retrogusto fantastico, Una notte al museo e´un puro divertissment che - in mano ad un regista e a degli sceneggiatori geniali e di valore - sarebbe potuto diventare una vera e propria pietra miliare del cinema comico e - perche´no? - di genere.
Da notare l´enorme successo al box office americano non tanto per il suo lato commerciale, ma per il fatto che un´altra storia di padri e figli (dopo La ricerca della felicita´di Gabriele Muccino con Will Smith) sembra avere toccato il cuore e - al tempo stesso - lo spirito del pubblico americano.
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