Se il 2006 è stato l'anno di Ken MacLeod, Charles Stross e Geoff Ryman, che hanno monopolizzato i principali premi britannici del settore (che alla fine hanno incoronato Ryman trionfatore assoluto con il visionario Air), quest'anno due nomi sembrano spiccare su tutti gli altri: M. John Harrison e Jon Courtenay Grimwood. Dopo l'Arthur C. Clarke Award di cui è stata data notizia nei giorni scorsi, i due autori si sono infatti confermati con i rispettivi romanzi (Nova Swing e End of the World Blues) anche al British Science Fiction Association Award, l'equivalente britannico del nostro Premi Italia.
Se Harrison dovrebbe essere noto ai più attenti tra i lettori italiani, che lo scorso anno potevano apprezzare su Urania le sue doti di cesellatore estetico e fine affabulatore in Luce dell'Universo (di cui Nova Swing rappresenta un ideale seguito, essendo ambientato nello stesso universo del Fascio Kefahuchi, sebbene incentrato su personaggi del tutto nuovi), Grimwood resta per noi un perfetto sconosciuto. Nato a Malta, cresciuto tra l'Inghilterra, il Sud-Est Asiatico e la Norvegia, proprio come Harrison è stato collaboratore del Guardian. I suoi romanzi sono generalmente inquadrati sotto la bandiera del postcyberpunk, ma si contraddistinguono per l'impatto immaginifico e sconvolgente di certe trovate, come la scelta inedita di ambientare le storie in un futuro alternativo derivato da divergenze storiche del nostro passato. Ha già vinto il BSFA nel 2003 con Felaheen, volume conclusivo della sua acclamata Arabesk Trilogy. Tra gli altri finalisti anche James Morrow (noto in Italia per Il ribelle di Veritas, pubblicato dalla Nord ormai una decina d'anni fa) e Liz Williams, apprezzatissima in patria ma da noi ancora sconosciuta.
Da segnalare è il risultato dei cosiddetti postumanisti della Brit Invasion, che con MacLeod, Ian McDonald e Alastair Reynolds strappano tre nomination nella categoria miglior racconto. Dovranno vedersela con Benjamin Rosenbaum, atipico scrittore che in Italia è apparso sul numero 48 di Robot con lo stupefacente Note biografiche su "Uno studio sulla causalità, con aero-plani" di Benjamin Rosenbaum. Ma ecco l'elenco completo dei finalisti:
Miglior romanzo
- Darkland by Liz Williams
- End of the World Blues by Jon Courtenay Grimwood
- Icarus by Roger Levy
- The Last Witchfinder by James Morrow
- Nova Swing by M. John Harrison
Miglior racconto
- The Djinn’s Wife by Ian McDonald (Asimov’s)
- The Highway Men by Ken MacLeod (Sandstone Press Ltd)
- The House Beyond Your Sky by Benjamin Rosenbaum (Strange Horizons)
- The Point of Roses by Margo Lanagan (Black Juice, UK ed., Gollancz)
- Signal to Noise by Alastair Reynolds (Zima Blue and Other Stories, Night Shade Books)
- Sounding by Elizabeth Bear (Strange Horizons)
Migliore Illustrazione
- Angelbot di Fangorn (copertina di Time Pieces, ed. Ian Whates)
- Copertina di Farthing, numero 2 (accreditata alla Vertebrate Graphics)
- Droid di Fahrija Velic (copertina di Interzone 206)
- The Return to Abalakin di Alexander Preuss
- Ring of the Gods di Willliam Li (copertina di Holland SF 206)
Per i lavori saggistici, per cui non è previsto un premio, i membri della BSFA hanno stilato la seguente lista di opere segnalate:
- The Arthur C. Clarke Award: A Critical Anthology, ed. Paul Kincaid with Andrew M. Butler (Serendip Foundation)
- Daughters of Earth: Feminist Science Fiction in the Twentieth Century, ed. Justine Larbalestier (Wesleyan University Press)
- Great British Comics by Paul Gravett (Aurum Press Ltd)
- James Tiptree, Jr: The Double Life of Alice B. Sheldon by Julie Phillips (St Martin’s Press)
- Polder: A Festschrift for John Clute and Judith Clute, ed. Farah Mendlesohn (Old Earth Books)
I vincitori saranno proclamati nel corso dell'annuale Eastercon, storica convention britannica di fantascienza che si terrà la seconda settimana di aprile.
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