Prodromi del Rinascimento: la Mundane SF di Geoff Ryman

Geoff Ryman è stato probabilmente tra i primi a fiutare la necessità di uno svecchiamento del genere da pesanti sovrastrutture e da stereotipi abusati. La Mundane Science Fiction (http://mundane-sf.blogspot.com/) da lui promossa rappresenta un tentativo, discutibile quanto si vuole, ma che ha il merito di aver riaperto un dibattito interno al genere. Se la fantascienza è una narrativa basata sull’estrapolazione coerente di certe premesse scientifiche, allora è possibile considerare come espressione del genere le navi iperluce, il contatto con civiltà aliene e la colonizzazione di pianeti di tipo terrestre? Ryman sembra non avere dubbi quando paragona tutte queste situazioni a elementi magici, più appropriati a un’opera fantasy che a un racconto di fantascienza. Così la Mundane SF si sviluppa intorno alla convinzione che tutto ciò che sarà alla portata dell’umanità del futuro è da ricercarsi sul nostro pianeta o al massimo su altri mondi del sistema solare. Ryman ha vinto il Philip K. Dick Memorial Award nel 1998 con il romanzo ipertestuale 253, or Tube Theatre, che segue le storie e le relazioni interpersonali dei 252 passeggeri di un convoglio della metropolitana londinese, più il conducente. Nel 2005 è uscito Air: Or, Have Not Have, che è stato insignito del BSFA, del James Tiptree Award, dell’Arthur C. Clarke Award, ed è giunto finalista al Nebula Award. Il romanzo è incentrato sul confronto/scontro tra passato e futuro, tra tradizione e progresso, che si svolge in uno scenario tecnologicamente molto intrigante, con una rete di comunicazione globale basata sul calcolo quantistico e integrata nelle menti stesse degli utenti. Kizuldah è un villaggio molto piccolo del Karzistan, in cui la gente vive ancora in modo tradizionale, dividendosi tra un’intensa attività agricola e il lavoro manuale tipico della campagna. La TV è arrivata a mala pena nel villaggio, ma un giorno i cittadini di Kizuldah e del resto del mondo sono sottoposti ad una prova: sperimentare un sistema di comunicazione che usa la tecnologia quantica e che si chiama Air. L’obiettivo è impiantare un equivalente di Internet nelle menti di tutti i cittadini. A Kizuldah, durante il test, la mente di Chung Mae viene casualmente integrata nel sistema di comunicazione virtuale dopo essere stata prima impiantata nel corpo di una donna morente. Mae, inizia così la sua disavventura, perché sarà l’unica che potrà dimostrare che il sistema di comunicazione Air è potenzialmente dannoso per tutta l’umanità. Al di là della suspense del plot, Air si segnala per due caratteristiche: il memorabile ritratto di Kizuldah e dei suoi abitanti e per essere un libro politico, nel senso che mette in luce i diritti violati dei paesi del Terzo Mondo.

Spazio per la Rivelazione: la nuova space opera di Alastair Reynolds

Tra le voci più interessanti emerse dalla fantascienza negli ultimi anni si segnala il già citato gallese Alastair Reynolds, ricercatore per l’Agenzia Spaziale Europea fino al 2004 e da allora scrittore a tempo pieno. Reynolds ha inventato una space opera dai tratti decisamente personali, che si contraddistingue per i toni cupi e per un certo rigore a cui non deve essere stata estranea la sua esperienza lavorativa. A tutt’oggi è autore di sei romanzi: quattro di questi, più un certo numero di racconti, ricadono nell’universo definito Revelation Space dal titolo del primo libro della serie (2000). Il debito di Reynolds nei confronti di illustri innovatori del genere (su tutti La Matrice Spezzata di Bruce Sterling) è forte, ma la sua opera si segnala comunque per un certo tasso di originalità. Fazioni umane coesistono con sfuggenti civiltà aliene, una guerra fredda si svolge silenziosamente e la minaccia di annichilamenti planetari e genocidi è mascherata dai normali traffici commerciali e silenziata dalle distanze siderali che separano gli avamposti umani. In questo scenario, spesso i ruoli di buoni e cattivi si scambiano da un romanzo all’altro. Malgrado l’avanzatissimo livello di progresso tecnologico raggiunto dalle sue società future, Reynolds tende a connotarle con la stessa ambiguità che contraddistingue le società umane attuali, insidiate dalla corruzione anche quando sembrano sorrette dal più nobile degli slanci. La serie prosegue con i romanzi Chasm City (2001), Redemption Ark (2002) e Absolute Gap (2003), tracciando una panoramica storica che si spinge dal 2050 al 2700.Nel 2004 e nel 2005 Reynolds è uscito con due romanzi esterni alla serie, Century Rain e Pushing Ice, che inscenano viaggi iperluce grazie a sistemi di wormhole e protagonisti decisamente più vicini all’ottica umana del lettore. Dopo essersi concesso questa pausa dal suo universo della rivelazione, si accinge a tornarci proprio quest’anno con il quinto romanzo del ciclo, che si intitolerà The Prefect.