Quali difficoltà hai incontrato e/o quale iter c’è stato per far pubblicare il tuo romanzo?
Non posso parlare di difficoltà perché è nato tutto quasi per caso. Una volta finito Hyperversum, non so perché mi è venuta l’idea di farlo rilegare (avrà contribuito l’esperienza quotidiana come grafico, immagino). Avevo scritto altre storie prima, ma le avevo sempre tenute nel cassetto (al massimo le avevo condivise con pochissimi amici fidati). Con Hyperversum invece è andata diversamente. Ho fatto stampare alcune copie e le ho regalate ad amici e parenti in occasione di compleanni, Natale e ricorrenze simili. Molti hanno insistito perché sottoponessi il libro agli editori e io alla fine li ho accontentati, ma senza nessuna illusione… Beh, eccomi qui.
Molti nostri lettori amano (ovviamente) leggere ma anche scrivere. Che consiglio puoi dare a chi volesse cominciare?

Dobbiamo dire che la tua casa editrice ha molta fiducia nel tuo romanzo (a ragione diciamo) visto come e’ stato “massicciamente” presentato. Quale è stato il tuo stato d’animo nel vedere il “tuo romanzo” negli scaffali delle librerie?
Ho provato un’emozione enorme, indescrivibile (e la provo ancora). Improvvisamente, Hyperversum è comparso ovunque. Mi hanno chiamato amici da tutta Italia per dirmi che hanno trovato il volume nelle librerie... Devo ringraziare con tutto il cuore Giunti per aver creduto così tanto in me e spero di non deludere le aspettative. Per me era già un traguardo eccezionale arrivare alla pubblicazione: non avrei mai pensato di vivere un’esperienza simile, così grande, al primo romanzo.
Hyperversum (che ho divorato in tre giorni!!) ha un finale diciamo “aperto”. Ci sarà un seguito?
È troppo presto per dirlo. Comunque, io non smetto mai di raccontarmi favole nuove, quindi chissà...
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