di Vittorio Catani

Il suo primo racconto apparve nel 1962 sull'edizione italiana di "Galaxy". Ha vinto la prima edizione del Premio Urania (1980). Ancora non sa cosa farà da grande, sa solo che per lui non ha piu' senso chiederselo.

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QUANDO LE RADICI

Una rara foto di una premiazione a Montepulciano, nel 1986. I personaggi sono, da sinistra: Alberto Moravia, presidente della Giuria; Gino Serafini, Assessore Cultura Comune di Montepulciano; Francesco Mei (scrittore), Alain Elkann (scrittore); Luce d'Eramo. Per il primo Delos del nuovo millennio ho pensato di proporre una scrittrice particolare: Luce d'Eramo, con due suoi lavori diversi: brani scelti del suo romanzo di fantascienza Partiranno, e un suo "saggio autobiografico" dal solleticante titolo L'alieno e il diverso a partire dalla mia vita.

Riassumere in poche righe la personalità di questa autrice non è facile, perché se la d'Eramo ci ha dato opere importanti (spesso precorritrici) in campo fantascientifico, di rilievo sono i suoi romanzi mainstream (ai quali soprattutto deve la notorietà) e, d'altro canto, elemento non secondario nelle sue tematiche è la sua tormentata biografia. Da questo punto di vista, esplicativo appare - fin dal titolo - il già citato saggio L'alieno e il diverso... In esso si chiarisce un elemento chiave dell'approccio al mondo dell'Autrice: il rapporto con l'altro. Cioè il confronto, l'interazione con chi è differente da noi (umano, formica o "alieno" che sia), che è poi l'unico "dialogo" capace di arricchirci. Alla base ritengo vi siano, nella d'Eramo, una vivacità intellettuale mai venuta meno (quindi anche il desiderio di "toccare con mano" per valutare), e un profondo senso di umanità.

Caratteristiche, queste, che nel 1943 la spinsero - ragazzina poco più che diciottenne - ad abbandonare gli agi di una integrata famiglia della borghesia medio-alta (il padre era un importante funzionario, la madre era stata segretaria del Fascio a Reims, dove Luce era nata nel 1925) per fuggirsene da sola in Germania, e arruolarsi volontaria come operaia del Terzo Reich, col fine di verificare se fossero autentiche certe dicerie "inverosimili" sui campi di concentramento.

Questa sofferta odissea fu raccontata nel romanzo Deviazione (1979): il lager, la fuga, il tentato suicidio, la sedia a rotelle, il ritorno. L'Autrice impiegò trent'anni per scriverlo.

Quanto alla fantascienza, va sottolineato che, sull'argomento, già verso la metà degli anni Sessanta la d'Eramo aveva offerto pagine di una sorprendente apertura e lucidità. Esse apparvero su riviste dell'ambiente mainstream, e passarono praticamente inosservate, quando non furono accolte con sufficienza. Era l'epoca in cui la letteratura "alta" non amava contaminarsi con un genere popolare e "cervellotico" come la fantascienza, a parte pochissimi esempi isolati e un po' accademici (Sergio Solmi, Gillo Dorfles, Umberto Eco). Ultimamente la casa editrice Perseo sta riproponendo questi scritti sulla rivista Futuro Europa.

E che ci fosse (e continuasse) una prevenzione nei confronti della nostra narrativa "bassa", ebbi personalmente testimonianza ulteriore nell'anno 1986, a Montepulciano, durante le premiazioni della XII Italcon. Vale la pena aprire una parentesi per narrare un episodio, che coinvolse anche la d'Eramo.

Alla convention era abbinata la prima edizione del premio letterario Città di Montepulciano, nella cui giuria - ci era stato comunicato - figuravano i nomi di Alberto Moravia, Dario Bellezza, Alain Elkann, e altri luminari. Non annunciata per tempo dal programma, giunse anche Luce d'Eramo, invitata dal comitato organizzatore a presentare il suo romanzo Partiranno, che era appena uscito.

Orbene, il pomeriggio della premiazione accaddero due eventi inattesi. Anzitutto, i numerosi convenuti in sala scoprirono che vi sarebbero state due ben distinte premiazioni: una concernente la fantascienza, un'altra riguardante opere mainstream.

Nel corso della cerimonia concernente il mainstream, assistemmo a un vero e proprio assalto inquisitorio di Albero Moravia nei contronti di Luce d'Eramo ("Come mai, dopo aver scritto di lager e di terrorismo, questo scivolamento verso la fantascienza"), assalto che la scrittrice fronteggiò in modo gentile e mite, ma determinato.

Il secondo fatto è che, immediatamente dopo, si diede luogo alle premiazioni riguardanti il concorso letterario Città di Montepulciano: e a questo punto la giuria "alta" - Moravia in testa - si dissociò rumorosamente dall'evento, dichiarando in modo secco la propria estraneità e scendendo a sedere in platea con gli altri luminari (al che il sottoscritto, che era tra i finalisti, uscì schifato dalla sala rifiutando di ritirare il premio; e non fu il solo a uscirsene). Al tavolo rimasero gli spiazzati organizzatori della convention, e Luce d'Eramo, che comunque non faceva parte della giuria.

(Il che fra l'altro insegna, ammesso che ve ne sia bisogno, che è un grave errore coinvolgere in certe iniziative personaggi di grido, se non si ha prova provata di un loro autentico coinvolgimento nella narrativa di fantascienza).

La copertina della seconda edizione di Partiranno Il romanzo Partiranno si regge su uno spunto molto semplice. Primi anni Sessanta: sulla Terra giunge un gruppetto di alieni provenienti da Nnoberavez, un pianeta a 20 anni luce dal Sole. Esteriormente i Nnoberavezi sembrano uno strano incrocio fra -grosso modo - un piccolo leone e un castoro, anche se certe loro caratteristiche lasciano perplessi i componenti della famiglia Rodi. La zoologa Paola Rodi, che abita a Roma, se ne ritrova uno in casa, e intuisce che non si tratta di una specie terrestre ignota. Si stabilisce un contatto; i Nnoberavezi hanno un loro complesso modo di comunicare, con gesti e immagini mentali. Inoltre possiedono l'insolita capacità di alterare le dimensioni del loro organismo. Trascorrono gli anni, la notizia trapela. Pare che due o tre alieni si siano infiltrati anche in altre zone della Terra. I Servizi Segreti cercano di snidarli. In realtà, i Nnoberavezi sono completamente diversi dagli umani e non hanno alcun proposito di conquista. C'è comunque un "ma", che non è il caso di svelare.

Nella mia sintesi, propongo quattro brevi estratti del romanzo: arrivo del primo Nnoberaveze in casa Rodi; narrazione del modo in cui questi ET viaggiano nello spazio; descrizione del caleidoscopico pianeta Nnoberavez e della sua ecologia; flash - tratto dal capitolo conclusivo - sui movimenti di Defarri, dirigente dei Servizi Segreti sulle tracce degli alieni.

Certamente, la prima cosa che un lettore nota affrontando Partiranno è che si tratta di una fantascienza scritta da un autore mainstream: i "tempi" della narrazione, e il modo di narrare, sono diversi. Ma - oserei dire con una battuta - in un romanzo che si impernia proprio sul tema della diversità, della ricerca di comunicazione, questo aspetto dovrebbe stimolare più che intimorire. Luce d'Eramo è da decenni lettrice e conoscitrice di fantascienza, e certe sue pagine hanno un fascino e una forza inventiva davvero notevoli. Carlo della Corte, altro nostro scrittore di fantascienza degli anni Sessanta, recentemente scomparso, definì Partiranno "romanzo insieme di idee e di azione, geniale e periglioso, volterriano ma attratto dall'ignoto. Le guerre stellari vi hanno pure qualche caduto in campo aperto, ma si combattono soprattutto nella segretezza d'una famiglia e d'un gruppo internazionale che le ruota attorno." Dal canto mio aggiungo che la tematica offre a Luce d'Eramo l'estro per tratteggiare molti aspetti incongrui o meschini dell'agire umano, e per lanciare notevoli bordate contro "valori" che tali in realtà non sono.

Quanto al saggio autobiografico L'alieno e il diverso a partire dalla mia vita, una sua prima versione fu letta a Courmayeur dall'Autrice, nel 1994, durante la XX Italcon. Successivamente il testo è venuto a far parte di una raccolta di saggi pubblicati nel 1999 col titolo Io sono un'aliena (edizioni Lavoro, Roma. Questo volume contiene anche: Conversazione, La mia storia con la morte, Germania cinquant'anni dopo).


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di Vittorio Catani

Il suo primo racconto apparve nel 1962 sull'edizione italiana di "Galaxy". Ha vinto la prima edizione del Premio Urania (1980). Ancora non sa cosa farà da grande, sa solo che per lui non ha piu' senso chiederselo.

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QUANDO LE RADICI

Italcon del 1994, Courmayeur: Luce d'Eramo (al centro) con Vittorio Catani e la sua compagna Isa (a sinistra) e l'attore Pino Cacace (a destra) La bibliografia essenziale di Luce d'Eramo annovera le seguenti opere di saggistica: Raskolnikov e il marxismo (1959, 1995), L'opera di Ignazio Silone (1971), Cruciverba politico (1974). Quanto alla narrativa, la raccolta Racconti quasi di guerra, scritta dal '43 al '56, ha potuto vedere la luce solo nel 1999 (pare che una certa impostazione delle storie, che contraddiceva il luogo comune di una granitica efficienza dei nazisti, non fosse molto gradita agli editori). Oltre a Partiranno e Deviazione, vi sono poi cinque romanzi. Su questi riporto quanto scrive la stessa Autrice in Io sono un'aliena:

"Ho sempre amato e studiato gli scrittori che, in ogni epoca, hanno raccontato storie del proprio tempo. Così ho tentato di fare anch'io nei miei romanzi. M'interessano le situazioni estreme... I vecchi parcheggiati nelle case di riposo in Ultima luna [1993]; i sovversivi in lotta con la società in Nucleo Zero [1981; ne fu tratto uno sceneggiato televisivo trasmesso dalla Rai]; i ragazzi che si difendono aspirando alla chiusura mentale e affettiva in Si prega di non disturbare [1995, storia di un neonazista]. In Una strana fortuna [1997] una donna combatte contro la propria pazzia con animo vittorioso, fino a sentirsi normale... e ad essere così sconfitta.

"Dunque mi calamita la diversità, quello che non è riconducibile a comportamenti accettati da tutti, conformi. E' questa la spinta di fondo delle storie che racconto."


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