Siamo di fronte a due romanzi non particolarmente brillanti, due “compiti in classe” che Sheckley affronta senza particolari patemi.

Gli anni Novanta vedono ormai uno Sheckley dedito alla scrittura di romanzi degni solo di una nota. Scriverà una serie di romanzi-parodia e di romanzi tratti da cult cinematografici e televisivi. Nel 1990, esce Minotaur Maze, un breve romanzo basato sulla mitologia greca, e Bill, the Galactic Hero on the Planet of Bottled Brains, una parodia della space-opera scritta a quattro mani con Harry Harrison. Sempre nel 1990, scrive Alien Starswarm, il primo romanzo tratto dalla serie cinematografica di Alien e dalla relativa versione a fumetti della Dark Horse, a cui seguirà Alien - dentro l’alveare (Alien Harvest, 1995).

Nel 1991, pubblica, insieme a Roger Zelazny, la trilogia di romanzi-parodia: Voglio la testa del principe azzurro (Bring Me the Head of Prince Charming), If at Faust You Don't Succeed (1993) e A Farce to be Reckoned With (1995).

Hob Draconian - un ex hippie, proprietario di una Agenzia Investigativa alquanto surreale nel New Jersey – è il protagonista di una trilogia di romanzi che comprende: The Alternative Detective (1993), Draconian New York (1996) e Soma Blues (1997).

Sono del 1995 The Laertian Gamble, un romanzo tratto dalla serie di Star Trek: Deep Space Nine e, del 1999, A Call to Arms, tratto dalla serie televisiva Babylon 5.

In Computer Grand-Guignol (The Grand Guignol of the Surrealists, 2000), Sheckley narra una storia in cui delle intelligenze artificiali si comportano come divinità capricciose e hanno, poi, bisogno dello psicanalista, ma non disdegnano di lanciarsi in progetti per il dominio del mondo, rivelando così la loro crudele, impensata umanità.

Nel 2001, scrive un continuo del suo Il difficile ritorno del Signor Carmody, dal titolo Dimension of Miracles Revisited.

Colpito da un aneurisma cerebrale durante una convention in Ucraina, Sheckley muore il 9 dicembre del 2005, all’età di settantasette anni.

Lo scrittore americano ha sicuramente dato il meglio di se tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, soprattutto con i suoi memorabili racconti. La sua verve letteraria accompagnerà ancora per molti anni tanti lettori in tutto il mondo e forse il miglior giudizio su di lui è stato dato da Harlan Ellison che ha scritto:

Se i fratelli di Marx fossero stati letterari piuttosto che comici fantasisti... sarebbero stati Robert Sheckley.