Come nota acutamente Giuseppe Lippi:

La forza dei suoi racconti sta essenzialmente in due elementi: i continui rovesciamenti e colpi di scena e l’estrema economia di mezzi con cui sono narrati, ragion per cui si seguono col massimo interesse. Ma questo dosaggio già così accorto è fatto lievitare con un’ironia e un gusto della satira che sono il vero marchio di fabbrica sheckleiano.
(Ritratto di Robert Sheckley, in appendice a Mai toccato da mani umane, Urania Collezione 7, Agosto 2003).

Ne è un esempio anche Il magazzino dei mondi (The store of he worlds, 1959), da annoverare sicuramente tra i suoi migliori racconti.

Tompkins è il proprietario di un magazzino in cui si può scegliere, a pagamento, il mondo dei propri desideri e viverci, ma solo per un periodo limitato. Attraverso un iniezione e degli strani strumenti, chi decide di visitare un altro mondo perderà però dieci anni della propria vita.

Il signor Wayne, su consiglio di alcuni amici, decide di andare al negozio, ma dopo un colloquio chiarificatore con il signor Tompkins, dice di volerci pensare. Ritorna così a casa dove l’aspettala vita di sempre: sua moglie Janet che lo prega di parlare severamente alla cameriera che si è ubriacata un'altra volta; suo figlio Tommy che chiede il suo aiuto per la barca, che doveva essere inaugurata il giorno dopo; la sua bambina che vuole parlargli della giornata che aveva passato all'asilo infantile. La vita prende il sopravvento e per un anno

Marcello Mastroianni ed Elsa Martinelli in una foto di scena dal film <i>La decima vittima</i>, regia attribuita a Elio Petri (1965)
Marcello Mastroianni ed Elsa Martinelli in una foto di scena dal film La decima vittima, regia attribuita a Elio Petri (1965)
intero il signor Wayne non pensa all’incontro con il signor Tompkins, fino a quando non si risveglia al negozio. Il mondo su cui è stato era quello scelto dalla sua mente, un mondo tranquillo e ordinario, diverso da quello in cui vive, fatto di macerie e un apocalittico scenario.

Il capovolgimento finale del racconto è un espediente tipico del racconto di fantascienza, ma di cui Sheckley ha fatto quasi un marchio di fabbrica. Alla fine scopriamo che il mondo in cui vive il signor Wayne è un mondo apocalittico, figlio di chissà quali disastri provocati dall’uomo stesso. Il lettore però non è ingannato: all’inizio del racconto lo scrittore americano ci fornisce alcuni elementi per capire in quale ambiente vive il protagonista. Ma l’abilità di Sheckley è tutta nel saper far scivolare quei particolari con noncuranza e creare/preparare il lettore al capovolgimento finale. La prosa di Sheckley è infatti semplice, densa però di un’ironia di fondo che viene trasmessa al lettore in modo naturale, senza scossoni.

Con questo racconto, come per altri, lo scrittore newyorkese prende di mira l’America consumistica, capitalistica, quella in cui anche i sogni hanno un prezzo e possono essere comprati.

Prendiamo ancora La settima vittima, uno dei più noti racconti di Sheckley, grazie anche alla trasposizione cinematografica che ne fece nel 1965 Elio Petri, cambiando però il titolo in La decima vittima, che vedeva nei panni dei protagonisti due attori all’epoca di primissimo piano: Marcello Mastroianni e Ursula Andress.

L’umanità è giunta ad un bivio: scegliere fra l’annientamento totale o la continuazione della specie. Le armi sono diventate quelle definitive: una nuova guerra significherebbe la fine della razza umana. Ecco, allora, che gli uomini decidono di combattere una guerra individuale, legalizzando l’omicidio. Una vittima, un cacciatore e come territorio di caccia l’intero mondo.