Star Trek news da Luigi Rosa

Consulente informatico con l'amore per la fantascienza e la tecnologia codificati nel DNA, si considera molto fortunato ad entrare, una volta tanto, nel mondo della fantascienza scritta non solo come end user.

Tricorder

Da anni uno dei fan più attivi e simpatici nel mondo trek italiano, e autore e curatore della famosa guida onnicomprensiva Hypertrek, Luigi Rosa è la persona ideale per informati sul mondo della serie televisiva più famosa di tutti i tempi.

Il fenomeno di Star Trek in Italia è in calo, non bisogna essere degli esperti per capirlo, ma è stato sufficiente recarsi all'ultima convention di Star Trek tenutasi a Bellaria. Non è un problema settoriale, ma generalizzato del fenomeno Star Trek, anche se non so se si potrebbe parlare di calo o, piuttosto, di assestamento dopo un boom forse eccessivo (X-Files e altri sono lì a dimostrarlo) trascinato dalla trasmissione degli episodi sulle reti nazionali. Vorrei questo mese analizzare in dettaglio gli aspetti di questa contrazione, esaminando le varie facce del fenomeno in Italia, cercando di essere il più imparziale possibile (se non ci dovessi riuscire, non me ne vogliate: molte persone coinvolte sono amici o conoscenti di lunga data).

Partiamo da Fanucci: Sergio ha creduto fin da subito in Star Trek, ha investito danaro e risorse, riscuotendo un notevole (e meritato) successo sia di stima sia di vendite. Nel consueto incontro all'interno della convention, Fanucci ha ammesso un calo di vendite, benché non preoccupante, e, per la prima volta dopo anni, ha detto di non essere presente nella manifestazione con un banco proprio in quanto non aveva novità da presentare. La novità a cui faceva riferimento è la tanto attesa versione italiana della Star Trek Encyclopedia, un'opera che richiede non pochi sforzi e soprattutto non poco tempo, specialmente se coordinata da Alberto Lisiero, eterno e inguaribile perfezionista (qualche volta all'eccesso) in tema di Star Trek. L'opera doveva essere pronta per la convention, ma la trasmissione a sorpresa di alcuni episodi di Voyager e i ritardi nella messa a punto l'hanno fatta slittare a gennaio 2001, mancando, quindi, l'appuntamento, oltre che con la convention, anche con Babbo Natale. L'occasione mancata è di notevole entità, se si considera che il prezzo di copertina annunciato è di 140.000 lire, anche se sia Fanucci ha già annunciato uno sconto per i Soci STIC e Ultimo Avamposto l'ha già messo in atto per chi prenotava l'opera alla convention. Il prossimo anno, secondo gli annunci dello stesso Sergio Fanucci, non sarà certo privo di novità editoriali per quanto riguarda Star Trek, ma una maggiore puntualità (o forse un maggiore coordinamento dei collaboratori?) sarebbe molto gradita a chi, alla fine, deve mettere mano al portafoglio.

Lo STIC, una grande incognita, negli ultimi due anni. Nelle ultime convention abbiamo visto un notevole calo della spinta propulsiva dell'associazione, confermato anche nell'ultima riunione dei Soci presso la convention in cui il direttivo del Club ha ammesso di aver trascurato la redazione del bilancio dello scorso anno e ha annunciato che in questa convention il Club non è entrato come finanziatore della manifestazione. L'Inside (la fanzine del Club) è tornato ad essere regolare, con l'auspicio che rimanga tale, sennò questo annuncio è peggio di un impegno elettorale di un politicante! Il problema maggiore del club è un calo di iscritti su cui, alla fine, sono saltate fuori le cifre: l'ultimo Inside è stato spedito a poco meno di 2500 iscritti (questa volta non è stato necessario contare due o più volte le schede), i Soci che dovrebbero rinnovare entro la spedizione del prossimo e che, quindi, verrebbero conteggiati in questa spedizione, sono 300 o 400 (non si è capito bene); tuttavia il condizionale è più che mai d'obbligo, in quanto, stante un calo delle iscrizioni, non è affatto detto che tutti i Soci la cui inscrizione scade ora rinnovino per un altro anno. La sensazione che ho avuto è che da un po' di tempo a questa parte il Club tiri a campare e si faccia trascinare dalla corrente, anziché accendere i motori e navigare verso una destinazione definita; sembra quasi che qualcuno abbia deciso che è esaurito uno degli scopi statutari (far conoscere Star Trek in Italia) e che, quindi, ci sia ben poco altro da fare, se non stare a guardare. Spero che questa sia solamente una mia sensazione e spero vivamente che nell'immediato futuro il Club rifiorisca e riproponga delle iniziative, senza aspettare che le iniziative vadano a cercare il Club.

Last but not least la Convention. Anche qui c'è stato un calo di presenze: nei primi due giorni (giovedì e venerdì) era molto vistoso, fortunatamente nel weekend sono arrivate molte persone a riempire i saloni. L'organizzazione è rodata e funziona bene, complici l'affiatamento del team degli organizzatori e la familiarità con il luogo e con gli interlocutori degli alberghi e del Centro Congressi. Certo, una posizione meno decentrata e meno tetra (scusate, ma non mi vengono in mente altri aggettivi per Bellaria in novembre) sarebbe auspicabile, giusto per evitare che la diminuzione di presenze da incidente si trasformi in un trend. Benché io stesso abbia toccato con mano quali siano le difficoltà di reperire un posto che abbia le caratteristiche giuste per organizzare una convention (raggiungibilità, convenienza, ricettività), questo non significa certo che non ne esistano altri in Italia. La scarsità di presenze nei primi due giorni mi fa anche riflettere sull'opportunità di organizzare un evento di quattro giorni: forse une evento di due giorni ha un'incidenza minore di costi alberghieri, può essere organizzato in molti più posti e può, quindi, attirare più persone. Sugli attori ospiti non c'è nulla da dire: chi non è venuto alla manifestazione perché non c'erano “grandi” attori ha commesso un grande errore, in quanto J.G. Hertzler, Robert O'Reilly e Robin Curtis sono stati semplicemente eccezionali e molto disponibili con il pubblico, in uno stile molto più italiano che americano, tant'è che qualche volta ho avuto la piacevolissima sensazione che non fossero tanto gli attori a intrattenere il pubblico, ma viceversa.

Non ho la presunzione di fornire risposte a tutte le domande o spiegazioni ad ogni dubbio, ma è un fatto che il fenomeno Star Trek in Italia si stia assestando su numeri che, probabilmente, sono i suoi e tali resteranno fino al prossimo boom e che chi negli anni passati ha fatto tanto per Star Trek ora stia pericolosamente dormendo sugli allori. Probabilmente, potrebbe essere meglio per qualcuno che il fenomeno rimanga di piccole dimensioni, in quanto un fenomeno così numericamente contenuto non è appetibile per le grandi società, che, se dovessero entrare in gioco, potrebbero fare piazza pulita di ciò che esiste ora.

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