Sull’abisso del tempo, un ponte tra presente e futuro
Nel 1992 Gibson sorprende ancora una volta i suoi lettori con un nuovo cambio di rotta. Dopo aver inventato il cyberpunk, dopo avere ispirato lo steampunk, questa volta è la poesia a offrirgli lo strumento per cimentarsi con le sue visioni. Agrippa esce con il sottotitolo “un libro dei morti” nel 1992, in una doppia edizione speciale (deluxe ed economica) a tiratura limitata, distribuito su dischetti autocancellanti. A pubblicarlo è l’editore Kevin Begos, Jr. di New York. La versione deluxe viene concepita per assomigliare a un’antichità scampata alle fiamme, e si contraddistingue per le preziose incisioni dell’artista Tennis Ashbaugh e per la trascrizione di sequenze del DNA riportate su due colonne, in modo da assomigliare alla stampa della Bibbia di Gutenberg. Rifiniture a mano e dettagli specifici rendono ogni libro praticamente unico. Il poema di Gibson viene allegato al volume su un dischetto, e il prezzo originariamente fissato a 1500 dollari per copia presto schizza a 2000. L’edizione economica, più compatta e priva e delle incisioni, viene invece venduta a 450 dollari. Copie dei libri sono oggi consultabili presso la New York Public Library e la Waldo Library della Western Michigan University.

L’opera è memorabile per il tocco lirico ed evocativo che Gibson è capace di infondere, arrivando in alcuni passi a richiamare alla mente L’Urlo epocale di Allen Ginsberg, per il tono delicato e le sfumature malinconiche che assume la ricostruzione del tempo perduto, e per la riflessione sul legame tra il ricordo e l’esperienza soggettiva. Agrippa è dunque un testo fondamentale, oltre che per ricostruire i momenti salienti nella maturazione di Gibson, anche per il suo tentativo di mettere in luce le affinità e le divergenze tra i fatti vissuti e il modo in cui si conservano nella nostra memoria, senza dimenticare l’ulteriore differenza che separa la natura emotiva dell’evento dalla fredda cristallizzazione dell’attimo bloccato su un supporto fotografico. Così anche l’originario proposito di Gibson e del suo editore di produrre dei dischetti che si cancellassero subito dopo la prima lettura si tinge di una nuova valenza artistica: i versi, ormai non più accessibili, avrebbero dovuto sopravvivere nella mente e nell’animo del lettore sottoforma di sensazioni, così come gli eventi e gli oggetti ormai smarriti nel tempo e ripescati dalla memoria del poeta possono solo essere evocati in forma di immagini tenui e sfocate.
Dopo questa importante parentesi, Gibson torna alla fantascienza mettendo a fuoco la sua attenzione sul futuro prossimo. La cosiddetta Trilogia del Ponte è ambientata in uno scenario molto più familiare al nostro presente rispetto al precedente ciclo dello Sprawl.

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