Il successo del romanzo ha definitivamente consacrato il mito di William Gibson e ha ispirato tutto il cyberpunk che è venuto dopo, ergendosi a oracolo e opera culto per un paio di generazioni di lettori e legittimando l’egemonia del movimento in seno alla fantascienza dell’epoca: a distanza di poco più di vent’anni dalla sua uscita Neuromante è ancora un caso letterario, che parla dall’alto dei suoi quasi 7 milioni di copie vendute in tutto il mondo. L’incipit è di quelli memorabili. Chiedete a un appassionato di fantascienza chi abbia scritto: “Il cielo sopra il porto aveva il colore di un televisore sintonizzato su un canale morto” e la risposta è assicurata, anche da parte di chi il cyberpunk, come filosofia o come movimento, non l’ha mai digerito. Siamo a Chiba City, periferia di Tokyo, sulla costa opposta della baia rispetto al cuore della megalopoli nipponica. O meglio, siamo a Ninsei, il cuore di Night City, la terra di nessuno in mano alla criminalità e dominata dai traffici clandestini delle cliniche nere specializzate in lavori di neurochirurgia a buon mercato (“i giapponesi avevano dimenticato più neurochirurgia di quanta i cinesi ne avessero mai conosciuta”). È un futuro non meglio precisato ma lo stesso autore ha rivelato in più di un’occasione che può considerarsi la sua proiezione di un possibile 2035[[NOTE152]]. Case è il classico antieroe, un angelo caduto. Era un angelo della rete, un pirata del cyberspazio, uno dei più abili del giro. A lui si rivolgevano clienti importanti per missioni delicate. Almeno finché non osò volare troppo alto e, come nel classico mito di Icaro, le sue ali presero fuoco. Case fu raggiunto dai sicari dei clienti che aveva truffato in uno squallido hotel di Memphis, alle estreme propaggini dello Sprawl. Non lo uccisero, ma gli iniettarono una micotossina russa di concezione militare che divorò i suoi nervi un micron dopo l’altro, nel corso di trenta terribili ore di un’agonia febbrile e allucinatoria, distruggendo il suo talento. “Per lui, che era vissuto per l'euforia incorporea del cyberspazio, fu la Caduta. Nei luoghi che aveva frequentato come numero uno fra i cowboy della console, vigeva un atteggiamento di disprezzo per la carne. Il corpo era carne. Case era ricaduto nella prigione della propria carne.”Adesso Case è a Night City da un anno, cercando di restare a galla barcamenandosi nel variegato e pericoloso sottobosco criminale di Ninsei, e “sognava ancora il cyberspazio, ma la speranza sfumava ogni notte […] e ancora adesso vedeva la matrice durante il sonno, reticoli luminosi di logica dispiegata attraverso quel vuoto incolore”. Qui il cyberspazio compie un balzo in avanti rispetto alla pur fondamentale concettualizzazione dei racconti: diventa vivo, concreto, quasi palpabile grazie al potere evocativo del verbo gibsoniano. Ma non è ancora giunto al termine della sua evoluzione.
“Cyberspazio. Un’allucinazione consensuale condivisa ogni giorno da miliardi di operatori legittimi, in ogni nazione, insegnando ai bambini concetti matematici (...) Una rappresentazione grafica di dati ricavati dalle memorie di qualsiasi computer e inviata al “sistema uomo”. Impensabile complessità. Linee di luce distribuite nel non-spazio della mente, ammassi stellari e costellazioni di dati. Come luci di città che si allontanano.” ;Una descrizione che rispecchia con fedeltà strabiliante la nostra realtà quotidiana e la rete che tutti noi conosciamo. Un paradiso che Case insegue in sogno, risvegliandosi madido di sudore nella bara in cui dorme in un cheap hotel alle spalle di Ninsei. Il mondo sembra crollargli addosso un’altra volta quando Linda Lee, la ragazza con cui divide da un po’ di tempo affari e sventure, viene uccisa per un regolamento di conti interno al crimine locale. Ma subito gli si presenta l’enigmatica Molly Millions (proprio lei): gli occhi nascosti da un paio di lenti a specchio impiantate direttamente tra zigomi e arcate ciliari e un set di letali artigli d’acciaio. È una sorta di agente di reclutamento, Molly, che lavora per il misterioso Armitage. Costui è interessato al talento di Case e per servirsene è disposto a pagargli le esclusive prestazioni di una clinica clandestina, dove i neurochirurghi ripristinano le funzionalità connettive del sistema nervoso di Case ricorrendo a una tecnologia sperimentale. Nel corso dell’intervento, però, Armitage fa anche impiantare nel corpo di Case delle sacche di micotossina, legando quindi le sorti del cowboy a quelle della missione.;
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