La danza elettrica delle IA: Invernomuto e Neuromante
Il talento di Gibson esplode però all’uscita di Neuromante e investe con la violenza di una supernova il panorama della fantascienza degli anni Ottanta. Il genere era reduce dall’esperienza della New Wave consumatasi nel decennio precedente, ma il revanscismo raeganiano e il riacutirsi delle tensioni sull’asse Washington-Mosca non lasciavano preludere un futuro di magnifiche sorti e progressive per il genere umano, quando nel 1984 il romanzo di un esordiente si guadagnò gli onori della critica fantascientifica americana, imponendosi nei tre principali premi di settore, il Nebula, lo Hugo e il Philip K. Dick Award. Il libro era stato pubblicato in edizione economica dalla Ace Books, nota casa editrice nordamericana, che lo aveva inserito nella risorta collana degli Ace Science Fiction Specials curata da Terry Carr.
Gibson era stato contattato da Carr dopo la pubblicazione dei suoi primi racconti: intuendo
Il risultato è un libro epocale, un’esperienza di lettura sicuramente non facile ma senz’altro ripagante, dotato di un potere di suggestione non comune e capace di sconvolgere con l’onda lunga del suo successo l’intero panorama della letteratura degli anni successivi. Un libro che ancora oggi è il termine di paragone di tutti i romanzi che ambiscono a proporsi come manifesti generazionali. La qual cosa è tanto più significativa se si tiene conto del fatto che mentre lo scriveva il suo autore non aveva certo intenzione di imporre il suo stile e le sue visioni a nessuno, ma entrambi gli elementi erano troppo forti e riusciti per non istituire la loro regola nell’immaginario degli autori della sua epoca. Anche se, è opportuno precisarlo, una certa nobiltà d’intenti non era estranea ai propositi originari dell’autore: il titolo, da solo, è tutto un programma. Neuromante è infatti lo sciamano elettrico, il mago della consolle dedito a matematici rituali di negromanzia cibernetica. E Neuromante è anche
Ma Neuromancer, in inglese, suona anche come New-Romancer, che sta tanto per “nuovo romanziere”, quanto per “nuovo romantico”. A sottolineare il livello di consapevolezza critica di Gibson, che ispirò gli scrittori della sua generazione che, restii all’etichetta “cyberpunk” appiccicata dagli addetti dell’industria editoriale americana, avrebbero preferito di gran lunga essere indicati come Mirrorshades Group o, appunto, “neuromantici”.
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