Dopo gli episodi storici dedicati alla Seconda guerra mondiale e alla guerra del Vietnam, che quattro anni fa hanno aperto le danze, e dopo il capitolo riformatore del 2005 costruito su scenari pseudo contemporanei, per Battlefield, uno degli sparatutto online di maggiore successo, è tempo di sposare l’attesa ambientazione fantascientifica. Lo fa con Battlefield 2142, un balzo di due secoli nel futuro rispetto al conflitto che fungeva da sfondo per il primo videogame della famiglia di prodotti, entrata ormai a far parte in pianta stabile, insieme agli sviluppatori responsabili della serie, gli svedesi Digital Illusions Ce (Dice), delle scuderie Electronic Arts.
Il cambiamento di scenario, da storico a futuristico, ha portato a un piccolo sconvolgimento. Per una volta, in un gioco da cowboy, dove tutto quello che c’è da fare è sparare e studiare tattiche di guerriglia, non ci sono gli americani. Si potrebbero tentare mille speculazioni. Una abbastanza ardita coinvolgerebbe il dissenso dell’opinione pubblica statunitense nei confronti della missione in Iraq e i molti morti nelle fila dell’esercito a stelle e strisce, spiegando così la fine dell’ora degli eroi. O meglio: l’allontanamento momentaneo dell’obbiettivo massmediatico dalle divise yankee. Ma sono solo videogame, no?
Le battaglie virtuali di Battlefield 2142 seguono gli eventi catastrofici che gli autori del gioco hanno immaginato per il nostro prossimo futuro. In particolare il dito degli sviluppatori è puntato sul surriscaldamento terrestre, che nel 2106 ha per effetto una nuova glaciazione. E con milioni di cadaveri e il vecchio ordine politico in tilt, a combattersi per il predominio delle poche risorse del pianeta restano due superpotenze: l’unione europea e la coalizione panasiatica. Diverse anche le tecnologie a disposizione degli eserciti della nuova era, da avveniristiche fortezze volanti a carrarmati bipedi. Della guerra, citando il libretto di istruzioni, una cosa però non è cambiata: lo scopo, la distruzione totale del nemico.
In realtà quanto detto finora ha poca importanza nell’economia di Battlefield 2142. Nel gioco non c’è nessuna trama definita. Le coordinate geografiche e temporali sono appena un dolcetto per giustificare in qualche modo le carneficine digitali che si è chiamati a compiere online. Come i suoi predecessori e titoli come Unreal Tournament e Quake III prima di loro, anche Battlefield 2142 vive praticamente esclusivamente di battaglie multiplayer nella Rete. Al di fuori dell’agonismo via internet, esiste soltanto la possibilità di prendere confidenza con equipaggiamenti e mappe di gioco contro avversari computerizzati. Stop.
Battlefield 2142 è un gioco nel senso più classico del termine - e per la sua natura sparatutto anche in uno dei più atavici –, spogliato di quasi ogni connotazione cinematografica. Quasi perché qualcosa invero è presa in prestito dalla magia del grande schermo, ad esempio lo spettacolare impianto audiovisivo. Come per il gioco in generale, deriva fondamentalmente da Battlefield 2 e, a livello di tecnologia, non si evidenziano grosse differenze. La caratterizzazione fantascientifica è però realizzata molto bene e il sonoro, soprattutto, restituisce efficacemente i colori di una guerra high-tech, con quelle sfumature utilissime negli scontri a un orecchio allenato.
La logica di Battlefield 2142 si fonda sul gioco di squadra. Si può prendere parte a battaglie di otto, sedici, ventiquattro o trentadue partecipanti per ciascun fronte, ognuno con un proprio ruolo. Oltre a quello eletto di comandante che si occupa di coordinare da una mappa tattica le truppe, ci sono quattro classi di soldati: da ricognizione, assalto, supporto e geniere. Tre in meno rispetto a Battlefiled 2, ma che concentrano le abilità di tutte e sette, enfatizzando al contempo immediatezza e specializzazione. Quest'ultima si palesa con la memoria dei propri risultati sul campo, registrati dal server di gioco, i quali danno accesso via via a nuovi equipaggiamenti, che rendono più letali il soldato impersonato secondo un albero di sviluppo che premia chi scelga di insistere su un unico ramo.
Se tutti questi elementi sono essenzialmente limature e varianti a quanto già contenuto in Battlefield 2, l’ultimo first person shooter di Dice non manca di presentare, insieme all’ambientazione futuristica, un’altra novità rilevante. Si tratta della modalità Titani, che va ad affiancare le più note Conquista (mantieni il controllo di una determinata area della mappa, consumando con i secondi di dominio la riserva punti dell’avversario). Calcolando che anche il prossimo Unreal Tournament dovrebbe avere qualcosa di simile, è probabile si sia solo all’inizio di un nuovo tormentone delle arene online.
Nella modalità Titani lo scopo delle due squadre è abbattere prima degli altri il titano avversario, ossia una gigantesca base volante. Per riuscirci, bisogna prima disintegrare gli scudi energetici che la proteggono. Per farlo, si devono conquistare i siti missilistici della mappa e lanciare un buon numero di testate tattiche per deflettere il campo di forza. A questo punto è possibile provare l’assalto. L’aspetto più interessante è la varietà di situazioni che offre una partita a Titani. Nella prima parte del match, lo scontro prevede l’utilizzo organizzato di tutte le forze, in particolare dei mezzi; nella seconda, quella a bordo della fortezza volante, i combattimenti sono arma in pugno, protagonista assoluta la fanteria, mentre ci si fa largo verso il nucleo, sparando ai nemici lungo gli stretti corridoi della base.
Due esperienze di gioco differenti che si fondono in una soltanto, senza soluzione di continuità. Capace da sola di infondere nuova vita allo sparatutto campione di incassi di Electronic Arts. Per un gioco, come quello online, che per conquistare i suoi giocatori deve dimostrarsi in grado di stupirli ogni giorno, è un risultato importante.
Ci sono altri aspetti pregevoli: mappe ben progettate (specialmente in caso di un gruppo abbondante di partecipanti), il ridimensionamento delle forze aeree e il miglior bilanciamento di quelle terrestri (in fin dei conti, nonostante l’estetica high tech, sono le stesse di Battlefield 2). Ce n’è praticamente solo uno che fa arricciare il naso: l’impressione generale di trovarsi di fronte a un grosso “mod” dell’ultimo episodio a numerazione secca.
La cosa che più conta è invece che la comunità di Battlefield 2142 non perde colpi e, anzi, con Titani sembra pronta a una nuova giovinezza. D’altronde sono i giocatori che fanno grande un gioco online. E soprattutto in un videogame basato sul cameratismo virtuale, da questa massima non si scappa.
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